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Il fantasista della Roma e della Nazionale si è infortunato con l’Olanda, in mattinata i controlli a Villa Stuart

Massimo Cecchini – Chiara Zucchelli

Dopo il momento del dolore, arriva quello della rabbia. La via crucis ricomincia. Nicolò Zaniolo, saputo il verdetto – rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro – sa che lo aspettano sei mesi di stop prima di ricominciare a giocare. Più o meno gli stessi tempi occorsigli da quel 13 gennaio scorso, quando il ragazzo entrò nel tunnel degli infortuni (in quel caso al ginocchio destro) da cui sembra non riuscire più ad uscire.

LA DIAGNOSI 

È stato lui stesso, in mattinata, ad ufficializzare la diagnosi: “Per tutti quelli che mi stanno chiedendo come sto, stamattina ho svolto le visite di rito che hanno evidenziato la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ringrazio tutti quanti sia tifosi della Roma che non per il supporto, tornerò presto”. Ecco, presto è la parola chiave. La Roma e la Nazionale sperano non che torni presto (se ne riparlerà a Primavera), ma che torni bene. Due crociati (il destro a gennaio, il sinistro ora) a 21 anni non sono cosa da poco. Si può tornare a giocare e a giocare bene (vedi Milik), ma Zaniolo sa che da adesso in poi dovrà fare sempre un lavoro specifico per due ginocchia operate che dovranno supportare una struttura fisica importantissima.

LE POLEMICHE

Inevitabile che dopo la notte di angoscia, con i compagni di Roma e Nazionale sempre accanto, ci si faccia domande. È stato affrettato il recupero? È solo sfortuna? C’è una componente legata alla sua struttura fisicità, con una muscolatura quasi troppo potente per i suoi legamenti? L’unica certezza è che a Trigoria, dove si giocano partite da 45’ e le amichevoli sono state programmate con progressivo aumento della difficoltà (mentre Zaniolo si è infortunato alla prima ufficiale da titolare con pochissimi allenamenti nelle gambe), adesso si dovrà fare a meno del talento più puro della squadra. Inutile dire che le polemiche sui troppi impegni dei calciatori con le proprie nazionali siano dietro l’angolo, ma un calcio sempre vorace di denaro sembra non voglia rinunciare mai a nulla, e la pandemia in fondo lo ha confermato.

LA RABBIA

Comprensibile, perciò, che chi gli è vicino racconti che il ragazzo sia arrabbiato col mondo. Perché proprio a me? Sembra il grido di Giobbe nell’Antico Testamento. Una cosa è certa: domani, quando il professor Pierpaolo Mariano lo opererà, dovrà cercare di resettare tutto e ricominciare, avendo la certezze che la Roma è al suo fianco, così come il c.t. Mancini. Appena compiuto l’insediamento, poi, anche la famiglia Friedkin gli dimostrerà la propria considerazione con un rinnovo di contratto importante (almeno 3 milioni più bonus). Il futuro Di Zaniolo comincia domani. E non è detto che il suo sorriso sarà meno brillante di prima.

Fonte: www.gazzetta.it

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