Una pizza tra amici e colleghi al Nasti Eat di Nocera Inferiore.
Ho voglia di una birra, scelgo un pò a caso nel menù, o meglio, con il Belgio vinco facile, e allora chiedo una bionda d’Abbazia, una triple belga da malto d’orzo e malto di frumento con una gradazione di 9% vol: TONGERLO TRIPEL.
Sull’etichetta si legge “PRIOR” che significa ‘primo’ in latino e si riferisce al priore, o superiore, nell’ordine norbertino.
La cosa molto carina è stata la spiegazione da parte del personale di sala, di come avrei dovuto berla.
Mi portano due bicchieri: un calice in cui mi è stata versata la maggior parte della birra e un piccolo bicchiere basso in cui mi è stata versata l’ultima parte, quella ricca di lieviti.
L’idea è quella di degustare una birra in tre componenti, che danno, tutte, qualcosa, in termini sensoriali, al degustatore, ovvero a me.
Al calice il suo colore è di un giallo dorato sormontato da una bella schiuma compatta.
Mi piace quello che vedo.
Bevo la birra nel calice, poi assaggio la parte densa di lieviti al bicchierino e poi quando la birra è quasi terminata, verso il contenuto del bicchierino all’interno del calice.
Beh, effettivamente aromi di naso e bocca in continua evoluzione, legati tutti da un filo conduttore comune: l’espressione bellissima delle note fruttate e amare dei luppoli aromatici (viene utilizzato il luppolo Saaz), l’eccellente azione dei lieviti che, con la rifermentazione in bottiglia le conferiscono intensità.
La storia del birrificio arriva a sfiorare l’inizio del 1900, siamo nel 1989 precisamente, quando Eugène De Ro produsse la sua prima birra ad alta fermentazione nella fabbrica di birra Haacht. Quattro anni dopo iniziò anche a produrre birra a bassa fermentazione. La fabbrica di birra Haacht prima di essere tale, fu una piccola azienda lattiero-casearia chiamata “Melkerij van Haecht”. Oggi il birrificio è alla quarta generazione con Baudouin van der Kelen che continua a portare avanti il lavoro di chi l’ha preceduto, contando sull’espansione imprenditoriale che negli anni ha portato l’azienda a crescere tantissimo.
Brigida Mannara
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