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Una cena decisamente importante, non tanto per il conto, abbastanza corposo – eppure le uniche stelle erano quelle che illuminavano il cielo blu notte di una serata d’estate cetarese – quanto per la quantità di cibo mangiato, praticamente l’intero menù.
Dopo una scelta poco felice di una bottiglia francese che non mi è piaciuta, ho deciso di tornare in Italia ed affidarmi alle Marche.
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore “La Staffa” dell’azienda La Staffa, capitanata dal giovane Riccardo Baldi, un’azienda che conta circa 12 ettari di vigneti che si sviluppano su terreni che una volta ospitavano sorgive salmastre e che ora sono caratterizzati da strati di argilla e calcare.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore “La Staffa” è un vino prodotto seguendo i crismi di un’agricoltura biologica praticata in vigna, questa vendemmia 2019 è l’espressione croccante, vivace, giovane, di una denominazione che piace. Le viti hanno circa 30 anni di età e si trovano ad un’altitudine media di circa 400 m s.l.m..

Verdicchio 100% raccolto manualmente, pressato sofficemente, vinificato in acciaio con fermentazione spontanea, e affinato per 6 mesi in cemento sulle proprie fecce di fermentazione.
Giallo paglierino intenso, luminoso, limpido, si apre al naso con sentori di fiori bianchi, fiori gialli, ginestra, biancospino, frutta bianca come la mela, la pera, e finisce con sentori di erbe, fieno, pietra focaia. Il sorso è davvero piacevole, e riprende le percezioni olfattive, di fiori, frutta, con questo “crunch” che non lascia indietro nemmeno la buccia di questa frutta croccante e succosa. È un vino che ha una bellissima acidità e una simpatica sapidità.
Questo vino ha salvato la mia cena.

Immagine di copertina: Riccardo Baldi tra le sue viti (fonte: pagina Instagram aziendale)

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