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Per quelli a cui piace bere un vino bianco di carattere, a cercar bene, si possono trovare cose molto interessanti.

È il caso di un vitigno rimasto li in sordina per diverso tempo soprattutto negli anni post fillossera, un’uva dalla produttività alquanto incostante e di meno facile gestione rispetto a tante altre varietà, ma che stiamo imparando a conoscere come un vino dalle grandi espressioni organolettiche.

Parliamo del Timorasso.

Siamo in Piemonte, maggiormente nella zona dei Colli Tortonesi, qui il pioniere Walter Massa e con lui diversi altri produttori, hanno contribuito a riportare alla ribalta questo vitigno facendone un vino che rimane molto legato alle tradizioni di un territorio già fortemente vocato alla produzione di vino.

Il Timorasso è un vino dalla forte personalità, che sa mantenere una bellissima freschezza e un’esaltante mineralità, il tutto legato ad una buona struttura che può farlo apprezzare anche dopo qualche anno conservato in cantina.

Qui ve ne proponiamo un paio, senza confronti. Ma bevetene tanti, bevetene tutti.

Rugiada del mattino de “I Carpini” è un vino che nella sua annata 2020 si presenta di un bellissimo giallo paglierino intenso con al naso aromi minerali ma anche di frutta e fiori. In bocca è un vino snello che mantiene freschezza e mineralità. Le uve provengono da un unico vigneto “Eleonora” che accoglie un sottosuolo argilloso e calcareo. La vinificazione prevede diraspatura, pressatura soffice, macerazione a freddo e fermentazione spontanea in acciaio con lieviti indigeni, il tutto senza chiarifiche né filtrazioni.

Il “Montecitorio” di Walter Massa del 2018 è un vino il cui vitigno, che conta 1,5 ettari, è stato impiantato nel 2007 e offre una espressione aromatica al naso che varia dalla frutta a polpa gialla ai fiori, ma che colpisce soprattutto per le noti eleganti di miele di acacia, erbe e nocciole. È un vino di buona struttura che in bocca risulta intenso, moderatamente acido, minerale e con una elegante sapidità. Dal colore giallo paglierino intenso, questo è un vino che fa una breve macerazione sulle bucce, una fermentazione alcolica con lieviti indigeni, e un affinamento sulle proprie fecce per circa dieci mesi. Il tutto lo rende capace di sostare in bottiglia ed essere bevuto anche dopo trent’anni.

In abbinamenti oltre che col pesce, anche con formaggi, carni bianche e pollame il Timorasso si presta ad essere estremamente versatile.

Cheers

Fonte foto: Brigida Mannara

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