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Quando ho scelto di provare questo vino, ero certa di non sbagliare.

Avevo provato altre due loro etichette e mi avevano entusiasmato entrambe, una molto più dell’altra, ma conservavo un’ottima personale esperienza sensoriale.

L’azienda è Torre dei Beati e il vino di cui parliamo è il Cerasuolo d’Abruzzo “Rosa – Ae.

Come faccio spesso, scelgo di bere un vino per ispirazione, di etichetta, di filosofia produttiva, di metodo, anche in questo caso è stato così, poi ho letto la storia.

Una parola potrebbe descriverla davvero bene: affascinante.

Sarà che è collegata all’arte, e la magia che si percepisce attorno ad essa non può lasciarci disinteressati.

Mi sono appassionata alla lettura della storia artistica del dipinto da cui l’azienda prende spunto per il proprio nome, perché mi sono prima innamorata dei suoi vini.

Il collegamento artistico sta in un dipinto del 1429 “Il Giudizio Universale” che si trova nella chiesa di Santa Maria del Piano a Loreto Aprutino, in Abruzzo.

Il giudizio universale. Affresco risalente all’anno 1429, si trova nella chiesa di Santa Maria al Piano in Abruzzo. (fonte: https://visionialdila.wordpress.com/2020/02/04/loreto-aprutino-il-giudizio-universale-di-santa-maria-del-piano/)

Le anime appena trapassate nell’aldilà sono in procinto di essere giudicate, per farlo devono superare delle dure prove che decreteranno la loro sorte: la dannazione o la beatitudine. E se da un lato il ponte della prova (in basso al centro del dipinto) permette il suo passaggio solo a “i giusti, cui la colpa non faceva ostacolo” lasciando cadere nel fiume putrido i malvagi, come dice Gregorio Magno nei suoi “Dialoghi”, dall’altro lato vediamo lei la Torre della Beatitudine, il luogo che rappresenta il secondo Paradiso, quello urbanizzato, in cui si accolgono le anime di coloro i quali hanno dato il meglio nella propria vita terrena.

Il nome dell’azienda di Adriana Galasso e Fausto Albanesi nasce quindi dall’ispirazione artistica attribuita a questo dipinto, che come scrivono loro stessi “In questa parabola si rispecchia il principio ispiratore della nostra attività, che si basa sulla volontà di esprimere, attraverso attentissime selezioni in vigna e in cantina, il meglio dei vitigni autoctoni che coltiviamo nel territorio particolarmente vocato di Loreto Aprutino”.

Nata nel 1999 l’azienda è la progressione del lavoro di papà Rocco, padre di Adriana, che già da tanti anni coltivava quel vigneto.

Nel passaggio del testimone però si chiarisce subito quale sia la filosofia produttiva di Torre dei beati, strettamente legata alla naturalità del prodotto e quindi al metodo biologico e biodinamico. Circa 21 ettari vitati a Loreto Aprutino, su terreni argillosi e calcarei posizionati tra i 250 e i 300 m.s.l.m., che godono degli effetti benevoli del mar Adriatico e di escursioni termiche dovute proprio alle brezze calde marine di giorno e al freddo che scende dalle montagne del Parco Nazionale del Gran Sasso di notte. Non si usano prodotti chimici di sintesi.

“Rosa-ae” Cerasuolo d’Abruzzo DOC-vendemmia 2020: Montepulciano 100%, vinificazione in acciaio, una parte salasso dei rossi dopo premacerazione a freddo, una parte pressatura diretta leggerissima delle uve non diraspate, una parte proveniente da macerazione a freddo sulle bucce, fermentazione a temperatura controllata (15-16° C) e maturazione in acciaio.

“Rosa-ae” Cerasuolo d’Abruzzo DOC, vendemmia 2020 – Torre dei Beati

È un vino che t’innamori già solo a versarlo nel calice.

Questo rosso fragola brillante cattura subito lo sguardo.
Il naso poi è un ricco ed intenso cesto di frutta: fragola, melograno, ciliegia, e qualche agrume leggermente accennato. Insieme alla frutta si percepiscono note floreali di rosa.
In bocca esplode.
Le percezioni del naso le ritroviamo al palato, questa frutta meravigliosa, questo agrume che da la nota acida e che insieme alla mineralità di cui è caratterizzato, creano un equilibrio perfetto che rimane nella percezione sensoriale del gusto per tanti, tanti secondi.
La persistenza c’è e come, e l’espressione organolettica finale complessiva lascia un sorriso sulle labbra.

Un vino flessibile, soffice, che avvolge il palato del degustatore o forse sarebbe meglio dire del “gustatore” (non vorrei urtare la sensibilità di nessun addetto ai lavori) e che lo lascia libero di godere della freschezza unica di questo vino.

Non a caso eletto miglior vino rosato 2020 per la Guida Vini d’Italia Gambero Rosso.

Bella mi guardavi e promettevi amore. Mi resta il ricordo del tuo profumo, rosa

Immagine di copertina.
Adriana e Fausto: l’inizio.
(fonte: pagina Instagram dell’azienda)

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