Piccoli mondi è il titolo del secondo romanzo di Caleb Azumah Nelson, giovanissimo scrittore e fotografo che vive nel sud-est di Londra.
Il libro pubblicato dalla casa editrice Atlantide e tradotto da Mioni Anna narra la storia d’amore di due adolescenti all’interno di una East London del 2010 in preda alla gentrificazione più selvaggia. La Londra di cui narra l’autore è veritiera, cruda e violenta.
Nelson utilizza nella sua scrittura il registro tipico dei reportage, la narrazione in prima persona. La sua prosa appare ipnotica e musicale, specie quando cerca di coniugare il parlato di strada con la vita interiore e sofisticata dei personaggi.
“Siccome è estate, è più facile levarsi di torno il malumore e rimanere concentrato sul presente. Il tempo va alla deriva, slegato dal mondo, senza una meta prefissata. Io e la zia chiudiamo bottega presto e ci sediamo sul ciglio della strada, con una bibita in mano, a osservare il nostro piccolo mondo”.
Del, ragazza bellissima entra in un bar per prendere da bere. Attraversa il locale, si avvicina al balcone dove c’è Stephen.
“È bella. Glielo voglio dire ma, a parte nei film e nelle canzoni, non ho mai sentito pronunciare parole del genere”.
Piccoli mondi diviene lo scenario per affrontare i temi dell’esperienza migratoria, ma anche dell’abuso di violenza perpretato dalla polizia nei confronti della comunità nera.
Rabbia, impotenza, razzismo e senso di riscatto si mescolano, per testimoniare come sia ancora lunga la strada da percorrere per arrivare a credere realmente nell’ ” uguaglianza dell’intero genere umano”.