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Clima più che gradevole, sole, mare, spiagge dorate e tanti colori che contraddistinguono questa meravigliosa isola. Stiamo parlando di Haiti, ex colonia francese situata nel Mar dei Caraibi e primissima Nazione delle Americhe a dichiarare l’indipendenza. In tutta la sua bellezza, gli haitiani hanno dovuto affrontare tante difficoltà sia dal punto di vista socio-politico che da quello ambientale: dall’inizio del 2004 Haiti è stata al centro di una rivolta popolare che ha causato disordini e violenza, e ha portato il 29 febbraio alla partenza dall’isola del dimissionario presidente Jean-Bertrand Aristide. Poi, le grandi catastrofi che ancora oggi, purtroppo, si fanno sentire. Stiamo parlando degli uragani Jeanne e Matthew del 2004 e 2016, e dell’incredibile terremoto che nel 2010 distrusse praticamente di tutto facendosi etichettare come uno dei sisma più forti della storia del pianeta, secondo solamente a quello dello Shaanxi nel lontano 1556. Dieci mesi più tardi da quell’incredibile scossa, la situazione si aggravò ulteriormente a causa di un’epidemia di colera che si diffuse tra la popolazione haitiana e che comportò altri casi di morte.

Tuttavia, però, Haiti ha sempre avuto la forza di rialzarsi pur non disponendo di grandi risorse economiche. E’ un’isola che si basa sulle ricchezze del turismo e dell’esportazione verso i paesi europei, senza di esse per loro sarebbe veramente dura. C’è da dire che questa meravigliosa isola, pur non essendo enorme dal punto di vista geografico, ha saputo offrire ai propri abitanti una grande passione capace di collettivizzare il tutto. Ovviamente, stiamo parlando del calcio. I primi calci ad un pallone vennero dati dati dall’esercito francese, poi, una volta giunti all’indipendenza, Haiti ha gettato le basi per rendere competitivo il suo sport dal punto di vista caraibico, con l’obiettivo di competere con selezioni più forti che girano intorno al Mar dei Caraibi.

Nel 1904 venne fondata la Fédération Haïtienne de Football, ossia la Federazione Calcistica di Haiti che aveva il compito di gestire tutto il fenomeno calcistico sia a livello di club che a livello di nazionali. La nazionale haitiana esordì nel marzo del 1925 contro la Giamaica, e fu sconfitta per 2-1; restò comunque memorabile il primo gol della storia di Haiti firmato da Painson. Dopo l’affiliazione della federcalcio nazionale alla FIFA nel 1933, la nazionale si iscrisse alle eliminatorie del campionato del mondo 1934. I grenadiers guidati dal commissario tecnico Édouard Baker se la videro con Cuba in tre partite. Battuti per 3-1 nel primo incontro, gli haitiani ottennero un pareggio per 1-1 nel secondo, e un netto 6-0 nel terzo e ultimo match.

Per assistere a qualche momento di gioia, bisogna giungere fino agli anni ’70, anni importanti per il calcio haitiano. Nel 1973, Haiti ebbe l’onore e l’opportunità di ospitare la prestigiosa Gold Cup, torneo che racchiude le nazionali di Nord e Centro America. Per gli haitiani c’era il sapore della grande opportunità, di scrivere una pagina di storia indelebile, anzi, due pagine perché all’epoca fu la prima edizione a valere anche come qualificazione ai Mondiali. Bisogna dire, però, che il formato della Gold Cup dell’epoca è totalmente diverso da quello odierno: oggi vengono formati quattro gironi eliminatori, con le prime due classificate che accedono ai Quarti di Finale, mentre all’epoca era solamente un girone unico a sei squadre con la prima classificata che si sarebbe portata a casa coppa e qualificazione al prossimo campionato del mondo.

Tutte le partite vennero disputate nella capitale Port-au-Prince, e Haiti ne trasse subito vantaggio. Quattro vittorie su cinque incontri disputati: esordio con tris alle Antille Olandesi, 2-1 a Trinidad e Tobago, 1-0 all’Honduras, 2-1 al Guatemala, e sconfitta finale ed influente contro il Messico per 1-0, una sconfitta che significava ben poco perché Haiti aveva vinto la sua prima Gold Cup della storia. Fu un percorso netto, importante, impronosticabile alla vigilia. I messicani erano i favoriti d’obbligo, ma non disputarono un grande torneo. Grande festa in patria, c’era veramente tantissimo da festeggiare, ma allo stesso tempo c’era anche la consapevolezza di dover dare continuità a quanto fatto, magari provando a sorprendere anche ai Mondiali.

La formazione di Haiti vittoriosa nella Gold Cup del 1973

Archiviato il successo continentale, per Haiti era giunta la volta di viaggiare verso l’Europa, direzione Germania Ovest. Non era mai successo che questa nazionale varcasse i confini nazionali: era più quotidiano veder partire merce verso un’altro continente, ma mai uomini con scarpini da calcio e voglia di fare bene. D’altronde, il bello del calcio è anche questo, una scienza strana e mai del tutto certa, capace di offrirti di tutto e toglierti di tutto nel giro di pochissimo tempo. Diciamo che per Haiti andò in vigore la seconda dicitura: il girone era al limite dalla giocabilita’ vista la presenza di colossi del calibro di Italia, Argentina e Polonia, ma d’altronde è così, stiamo parlando di una competizione che comprende tutti i migliori campioni sparsi per il mondo. Haiti disputò tutte le sue partite a Monaco di Baviera, ma i risultati furono disastrosi. Gli Azzurri di Valcareggi vinsero per 3-1, poi il tennistico 7-0 della Polonia, e la vittoria per 4-1 degli argentini. Zero punti, 14 goal subiti, e solamente 2 realizzati. Troppo un Mondiale per Haiti, e la formazione di Antoine Tassy salutò con largo anticipo la manifestazione. L’unica magra consolazione è quella di aver segnato in un Mondiale grazie alla firma di Emmanuel Sanon. Chi se non lui, lo storico centravanti haitiano con 100 presenze e 47 reti. E’ sicuramente lui l’emblema di questa squadra, e la sua figura vive ancora oggi nella mente di tutti gli amanti del calcio che hanno vissuto gli anni d’oro della nazionale di Haiti.

Dino Zoff e Emmanuel Sanon prima del calcio d’inizio di Italia-Haiti del 1974

Quei momenti, purtroppo, non sono mai più ritornati. Haiti prese parte a qualche edizione della Gold Cup, ma non riuscì a ripetere l’eccezionale risultato del 1973, e venne pian piano sovrastata dalla crescita esponenziale delle altre nazionali che potevano vantare giocatori giocatori giovani e tecnici militanti nei campionati europei. L’ultimo grande risultato risultato di Haiti in Gold Cup è nel 2019, anno nel quale la nazionale giunse fino alle semifinali. Anche lì si andò vicini ad un’altro miracolo, ma di fronte c’era un Messico nettamente superiore dal punto di vista tecnico che però, nonostante ciò, vinse solamente al 93′ con un rigore di Jimenez. La vittoria del ’73 e il terzo posto del 2019 sono sicuramente i migliori risultati della storia del calcio haitiano, fatta eccezione per la disputa del mondiale. Ci sarebbe anche l’insolita partecipazione alla Copa America del 2016, ma anche lì fu una cosa molto similare a quella vista in Germania: 0 punti, 1 goal realizzato, e 12 subiti, 7 dei quali dal Brasile che incredibilmente venne eliminato alla fase a gironi facendo avanzare Perù ed Ecuador.

Haiti-Messico 0-1, semifinale Gold Cup 2019
Brasile-Haiti 7-1, Copa America 2016

Qualche anno prima, nel giugno 2013 Haiti affrontò in amichevole prima la Spagna e poi l’Italia, entrambe in preparazione per la Confederations Cup in Brasile. Gli spagnoli vinsero a fatica per 2-1, ma i nostri Azzurri non andarono oltre il 2-2 suscitando tante polemiche e perplessità sulle scelte di Cesare Prandelli. Giaccherini segnò il gol più veloce della storia azzurra (19″), nella ripresa Marchisio raddoppiò. Poi, però, uscirono i caraibici che trovano il 2-2 con Saurel (rigore) e Peguero al 91′. Anche questa è storia, ed è giusto che per gli haitiani venga considerata tale. Non per l’Italia, ovviamente.

Haiti-Italia 2-2, amichevole

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