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Quali dispositivi di protezione possono essere riutilizzati? Quando durano? E dove conservarli? Ecco le istruzioni per l’uso.

Quali sono gli errori più frequenti legati all’uso delle mascherine? Quali dispositivi di protezione possono essere riutilizzati? E come fare a sanificarli? Vediamo insieme quali sono i comportamenti da evitare per proteggere noi stessi dal coronavirus SARS-COV-2. 

Regola numero uno. Mai toccare la mascherina con le mani se non adeguatamente disinfettate. Anche aggiustarsi costantemente il dispositivo di protezione è secondo gli esperti un comportamento a rischio perché le nostre dita potrebbero essere contaminate. Insomma, la mascherina va messa e va tolta solo dopo essersi lavati le mani. 

Regola numero due. Non sentirsi onnipotenti. Indossare la mascherina non vuol dire fare a meno del distanziamento fisico che va dunque sempre rispettato. Così come è buona norma, se ci troviamo in un luogo chiuso, arerare l’ambiente almeno laddove possibile. 

Regola numero tre. Come ha spiegato l’Organizzazione mondiale della Sanità tenere le mascherine sotto al mento quando non le si indossa sul volto, porta a raccogliere molta sporcizia e sudore e non è di certo consigliato tornare a respirarci dentro. La mascherina dunque non andrebbe mai abbassata sotto al mento, un’abitudine che purtroppo non è così infrquente tra la popolazione. Anche tenere il dispositivo di protezione solo sulla bocca è perfettamente inutile. Sia per noi che per gli altri. 

Regola numero quattro. La mascherina non va messa in tasca né indossata sul braccio, ma riposta in una bustina di plastica o di carta per evitare contaminazioni. È bene ricordare che più si frequentano luoghi affollati più il dispositivo di protezione si può contaminare: in casi del genere è necessario prestare più attenzione e cambiarlo (o sanificarlo) con maggior frequenza. 

Regola numero cinque. Non utilizzare mascherine che hanno perso il loro potere filtrante. Per capire come comportarci bisogna rispondere ad un’altra domanda. Quanto dura una mascherina? E quali mascherine possono essere lavate? Ovviamente dipende dal tipo di dispositivo che scegliamo per proteggerci.

Quanto durano le mascherine chirurgiche

Secondo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, le mascherine chirurgiche – che sono quelle che vanno per la maggiore – sono “efficaci due, massimo sei ore, ma ad oggi non ci sono strumenti e metodologie che ne garantiscano il riutilizzo con le stesse performance”. Va poi ricordato che si tratta di mascherine sostanzialmente monouso e dunque non riutilizzabili e non lavabili. Per quelle di comunità, ovvero quelle non sono soggette a particolari certificazioni, “si può ragionare in base al tipo di materiale utilizzato”, dice ancora Brusaferro, ma in generale per la mascherina “chirurgica ad oggi non ci sono evidenze circa un loro possibile riutilizzo, per quelle di comunità invece in relazione al tipo materiale può essere valutato” un loro eventuale riutilizzo.

Per le mascherine chirurgiche dunque “non è consigliato il riutilizzo e neppure il ricondizionamento mentre può essere preso in considerazione l’uso prolungato”. L’utilizzo consigliato è fino a 6 ore e ne è assolutamente sconsigliato il lavaggio. 

Per quanto riguarda la sanificazione delle mascherine di comunità – ovvero quelle in tessuto – il gruppo ospedaliero San Donato spiega che “andrebbero pulite o disinfettate dopo ogni utilizzo. A seconda dell’uso possono essere lavate in lavatrice a 60° o anche a mano con acqua calda e un detergente delicato. L’asciugatura è bene avvenga in un luogo caldo”. Va però sottolineato che queste mascherine sono in grado di filtrare “le particelle virali più grandi, ma sono poco efficaci per le goccioline più piccole”. 

Le mascherine Ffp2: istruzioni per l’uso

Se frequentiamo ambienti a rischio possiamo valutare l’opportunità di scegliere mascherine con una una capacità di filtro più elevata come ad esempio le Ffp2 che però, spiegano dal San Raffaele di Milano, sono monouso e andrebbero indossate per un massimo di 7-8 ore consecutive. Secondo il gruppo San Donato tra i dispositivi Ffp1, Ffp1 e Ffp3 ne esistono anche alcuni riutilizzabili (identificabili dalla lettera R), mentre quelli non riutilizzabili sono catalogati con la sigla NR. È bene dunque leggere bene l’etichetta e fare riferimento ai consigli del produttore, sia per quanto riguarda l’uso che la durata. Indossare un dispositivo di protezione inefficace può rivelarsi fatale per noi o per gli altri. 

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