di Gerardo Pecci
La conoscenza del nostro patrimonio culturale, fatto di beni archeologici, architettonici, storico-artistici, demoetnoantropologici, dovrebbe iniziare dalla scuola, dallo studio della storia dell’arte e della storia, della letteratura e delle lingue e culture antiche e moderne. Esiste in Italia un curricolo formativo abbastanza nuovo, il liceo classico con indirizzo AUREUS – ARTE TUTELA, RESTAURO, EDUCAZIONE ALL’USO DEL PATRIMONIO ARTISTICO. In diversi licei classici, soprattutto nel centro-nord, è presente questo innovativo indirizzo di studio che integra e lega la formazione del liceo classico tradizionale a ciò che è visibile e che ci è stato lasciato in eredità dalle generazioni trascorse, il nostro grande patrimonio di cultura e civiltà archeologica e artistica, soprattutto. E’ estremamente negativa, direi vergognosa e inaccettabile, l’assenza di questo indirizzo in tutti i licei classici della provincia di Salerno. Si parla di cultura classica e di formazione umanistica, ma di fatto si trascura la conoscenza del nostro patrimonio culturale e ciò che significa per l’Italia intera.
A parole molti docenti sembrano essere solidali nel ritenere che il nostro patrimonio culturale va tutelato e conservato con opportune attività di catalogazione, con nuovi percorsi di studio, di conoscenza e di tutela. A volte, però, si ha la sensazione che si tratti di una vera e propria presa in giro. La realtà è che la storia dell’arte, classe di concorso A054, nei licei classici tradizionali è vergognosamente e spudoratamente massacrata, relegata a due sole misere ore di insegnamento settimanali in ogni classe a partire dal terzo anno di studio, fino al quinto. Solo negli ultimi tre anni. Ciò finisce per causare dei veri e propri problemi didattici perché mentre, per esempio, gli studenti del terzo anno di liceo classico studiano in letteratura italiana o in storia l’età umanistico-rinascimentale, in storia dell’arte si inizia a studiare la disciplina dalla preistoria, senza possibilità di prevedere attività didattiche parallele e in sinergia con le altre discipline di studio storico-umanistiche di cui la storia dell’arte è parte integrante e ineludibile. Di fatto si nega il valore umanistico, civile e formativo della storia dell’arte.
Ma vi è un’importante novità che va in direzione favorevole all’integrazione del curricolo classico tradizionale con quello dei beni culturali. Infatti, a Firenze vi è un vero e proprio Liceo Classico per i Beni Culturali, istituito recentemente. E’ il Liceo Classico Paritario “Pacinotti”. Anche a Ivrea, in Piemonte, è stato istituito un Liceo Classico per i Beni Culturali, si tratta del Liceo “Carlo Botta”, statale. Si è voluto dare un segnale chiaro, molto forte, sulla strada della conoscenza e valorizzazione e tutela dei nostri beni culturali, legando le scuole al territorio, ai musei, ai centri storici, alle raccolte d’arte private e pubbliche, con attività di insegnamento e di studio non solo nelle aule scolastiche, ma anche nei luoghi della cultura. L’intento è quello di formare cittadini attivi e consapevoli e forse anche potenziali futuri amministratori del nostro tesoro di arte e civiltà, unico al mondo. Al momento non ho conoscenza diretta di simili indirizzi liceali nell’Italia meridionale, ancora un’eclatante e inqualificabile vergogna che finisce per dividere sempre più il Nord dal Sud. A Catania presso il Liceo Classico “M. Cutelli” è operante il progetto AUREUS, così come a Crotone, nel Liceo Classico “Pitagora”. In questi rari e illuminanti esempi, la storia dell’arte viene finalmente impartita fin dal primo anno di liceo classico, in parallelo con lo studio delle civiltà storiche e delle lingue antiche, soprattutto con la storia greco-romana. In questi casi si possono davvero promuovere percorsi formativi ben in grado di coinvolgere più discipline, legate al mondo e alla civiltà classica prima e medievale poi. E di conseguenza, negli anni successivi, agire sempre in perfetto parallelismo tra tutte queste discipline storico-linguistico-umanistiche, fino ad arrivare alla nostra contemporaneità. Tant’è vero che la storia dell’arte è impartita anche in bilinguismo. Al docente curricolare della disciplina storico-artistica si affianca un docente esperto di madre lingua che svolge lezioni di storia dell’arte in lingua inglese, sempre in compresenza con il docente curricolare della materia, dal terzo anno al quinto, potenziando le conoscenze e le abilità linguistiche degli studenti in questo settore.
Alla luce di queste presenze didattiche, troppo poche e sparse a macchia d’olio sul territorio italiano, sarebbe auspicabile che anche in provincia di Salerno potesse nascere un liceo classico per i beni culturali oppure un indirizzo AUREUS, interno ai licei classici tradizionali esistenti. Anche un liceo scientifico potrebbe inserire nella propria offerta didattica un indirizzo in liceo classico per i beni culturali. Nulla lo vieterebbe. Il nostro territorio è ricco di aree archeologiche, pensiamo a Paestum e a Velia, e alla presenza di luoghi museali e monumentali importanti come la Certosa di Padula, il Museo Diocesano di Salerno, con quelli di Teggiano, di Policastro e di Vallo della Lucania, e la Pinacoteca Provinciale. In questi luoghi potrebbero realizzarsi percorsi di formazione dei giovani studenti liceali, attraverso visite e attività didattiche, specificamente previste e programmate. I dirigenti scolastici di licei classici della provincia salernitana ci pensino su perché il destino del nostro patrimonio culturale è prima di tutto affidato alle conoscenze disciplinari delle materie di insegnamento linguistiche, lingue classiche e moderne, storiche e storico-artistiche dei nostri studenti-cittadini e poi perché si potrebbero creare posti di lavoro nel settore della conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e nel settore del turismo culturale. E non sarebbe cosa di poco conto.