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I Los Angeles Lakers degli anni Ottanta hanno incarnato la stravaganza e gli eccessi del decennio in cui hanno dominato. Dall’arrivo del ventenne Magic Johnson, prima scelta assoluta al draft del 1979, i gialloviola hanno elettrizzato i palcoscenici della Nba con uno stile di gioco stupefacente, abbattutosi come un tornado su una lega impreparata a un basket di tale velocità e ferocia agonistica. Era semplicemente lo «Showtime», lo spettacolo più affascinante d’America.

Jeff Pearlman – Showtime. Magic, Kareem, Riley.

I Los Angeles Lakers degli anni Ottanta hanno incarnato la stravaganza e gli eccessi del decennio in cui hanno dominato. Dall’arrivo del ventenne Magic Johnson, prima scelta assoluta al draft del 1979, i gialloviola hanno elettrizzato i palcoscenici della Nba con uno stile di gioco stupefacente, abbattutosi come un tornado su una lega impreparata a un basket di tale velocità e ferocia agonistica. Era semplicemente lo «Showtime», lo spettacolo più affascinante d’America. Il roster dei Lakers era pieno di stelle, tra cui spiccava il veterano dei veterani Kareem Abdul-Jabbar, e al timone aveva coach Pat Riley, famoso per i capelli impomatati e i completi di Armani. Ogni volta che la squadra scendeva in campo, sugli spalti sedevano attori di Hollywood e membri illustri del jet set. Tra il 1980 e il 1991, i Lakers hanno raggiunto nove finali, di cui quattro consecutive, vincendone cinque. Basandosi su oltre trecento interviste con i protagonisti di quel periodo, Jeff Pearlman ripercorre i trionfi e le rivalità di una delle più avvincenti saghe sportive di sempre, dalla sua ascesa fino alla tragica conclusione, quando Magic Johnson annunciò al mondo di aver contratto l’Hiv.

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