16 febbraio 1979.
Questa la data di nascita non di una leggenda, ma della leggenda per eccellenza, per gli amanti delle due ruote e non. Di diritto tra i piloti più titolati della storia del motociclismo, 9 sono infatti i titoli mondiali conquistati, nel corso di questa sua lunga carriera, colui che può vantare un invidiabile record, quello di essere l’unico pilota a trionfare nelle quattro classi: 125, 250, 500, MOTO GP.
Si suole dire solitamente che quando hai quel quid pluris nel sangue alla “tenera” età di 42 anni, lo devi a qualcuno che, nel corso della tua vita, ti ha fatto innamorare, ti ha avvicinato a quello sport in particolare. E così, in effetti, è accaduto anche a Valentino. Merito del papà Graziano, anch’egli pilota motociclistico a cavallo degli anni 1970 e 1980.
«Andavamo sul piazzale della Berloni, legavo con una corda la sua macchinina dietro al mio motorino e lo trainavo mentre faceva i traversi e il controsterzo. Quanti anni aveva? Forse manco due, me lo ricordo perché a due anni e mezzo ha avuto in regalo un motorino con le rotelle. Che ha tolto quasi subito.»
Il perchè del numero 46?
Mettetevi comodi…
Come i più sanno, Vale, nel corso di tutta la sua carriera ha sempre utilizzato il numero 46, anche laddove aveva la chiara e limpida possibilità di usufruire e sfoggiare il numero 1, in quanto campione del mondo. E invece no, la ragione?
Due le motivazioni che hanno spinto a ciò il fenomeno di Tavullia. La prima è da ricercarsi in una “questione squisitamente di famiglia”. Il papà Graziano, per l’appunto, in gara, era solito utilizzare proprio il numero 46. Per la seconda, occorre fare un tuffo nel passato e volare in Asia, più nel dettaglio in Giappone. Valentino era infatti un grande sostenitore di un pilota giapponese, Norifumi Abe, anch’egli si contraddistingueva per il 46 in sella e dal quale, per giunta, trasse spunto per il suo primo soprannome (Rossifumi) all’esordio nella classe 125.
La ragione di questo breve excursus storico?
Signori, questo pomeriggio, a Valencia, il nove volte campione del mondo, ha detto stop, ha detto addio alle corse motociclistiche, dopo 26 anni di un carriera lucente, costituita da vittorie, podi e battaglie serrate che hanno animato tutti i telespettatori nonchè tifosi italiani ed europei.
Valentino non è solo diventato una leggenda per lo sport azzurro, Valentino ha avuto il potere, nel corso degli anni, di avvicinare adulti e bambini al mondo delle due ruote, in Italia e nel Mondo.
Ha deciso di lasciare, ha deciso di dire basta, almeno per quel concerne il Motomondiale, perchè ha già rivelato di non volersi fermare qui, desiderando proseguire per provare l’ebbrezza dell’adrenalina, della velocità, ma soprattutto della competizione. Transitare dalle due alle quattro ruote è un attimo, e lui, già in passato, ha preparato i suoi fans ad emozionanti sfide di rally. Staremo a vedere.
Il giorno dell’addio al Motomondiale è però giunto, Vale aveva già chiarito il suo obiettivo: “A Valencia correrò per arrivare nella top ten, sarebbe un risultato gratificante e che chiuderebbe il cerchio in modo consono“.
Detto, fatto.
Suggestiva ed emozionante la sorpresa riservata al “DOTTORE”, dai piloti della VR46 Academy, a cui ovviamente si sono aggiunti messaggi Instagram e tweet dei grandi campioni sparsi sul globo, di qualsiasi sport, di qualsiasi età. Potremmo accostare il suo nome ad un termine, ad un sostantivo esemplificativo, chiarificatore, in grado probabilmente di esplicare il suo “potere”: magnetismo.
Piloti dell’Academy che hanno deciso di correre, nelle diverse classi (MOTO 3, MOTO 2, MOTO GP) con livree speciali che lo stesso campione ha sfoggiato nel corso della sua magnifica carriera. Bagnaia ad esempio ha utilizzato il “Che Spettacolo”, risalente al 2004. Suo fratello, Luca Marini indosserà il “5 Continents”, del 2008. Franco Morbidelli il “Peace&Love” del 1999. In Moto 2 Vietti il casco dei test invernali di Sepang del 2005, Manzi con il “SoleLuna” del 1996. In Moto 3 Migno ha scelto il casco del 2001, Antonelli quello di Laguna Seca.
Ultimo appuntamento che si è svolto sul circuito- Ricardo Tormo- di Valencia, sede dell’ultimo tango del “Dottore”. Valentino e il 46, un binomio inscindibile, indissolubile che di certo non concluderà la sua avventura in terra spagnola. Gara nella quale trionfa Bagnaia in sella alla Ducati, podio completato da Jorge Martin e Jack Miller. Decimo posto per Vale, che chiude dunque in top ten, come del resto si era prefissato ad inizio week-end. Risuona l’inno di Mameli per Pecco ma la festa è tutta nel paddock, salti di gioia e cori per VR46, campione senza tempo.
GRAZIE per le domeniche “in piedi sul divano” (cit.).
GRAZIE per la purezza, per l’educazione e per il professionismo, quello vero che hai dimostrato nel corso di questo quarto di secolo.
GRAZIE per l’adrenalina trasmessa ad adulti e bambini di cui sei stato fonte di ispirazione.
GRAZIE per i 9 titoli mondiali autentico orgoglio italiano.
E ne siamo certi, il plauso degli italiani lascerà certamente spazio ad un tributo speciale di chi avrebbe potuto ripercorrere le tue orme e festeggiare questo addio, ma che purtroppo non c’è più. Quel ragazzo riccioluto che correva con il numero 58 e che vedeva certamente in te, un idolo ma ancor prima un modello da seguire.
GRAZIE DI TUTTO CAMPI9NE!
FOTO: Pixabay.com