È stato un grande successo la rappresentazione della Tosca al Teatro Verdi di Salerno ieri 30 maggio.
La più drammatica rappresentazione pucciniana che riprende il tema dell’amore sensuale, ferito, tradito senza il lieto fine, ha raccolto applausi a scena aperta.
La posizione di privilegio ha dato la possibilità di intravedere le quinte e quindi di vivere pienamente il flusso continuo di movimento scenico e la rappresentazione del dramma sulle tavole del palcoscenico. La regia di Alfonso Signorini ha dato alla Tosca pucciniana, dal libretto della premiata ditta Illica e Giacosa, una sensualità e un alto erotismo che particolarmente ha pervaso non solo il personaggio, ma l’intera struttura del dramma. L’erotismo ammiccante di Tosca, Maria Josè Siri, addirittura in chiesa davanti al quadro della Vergine, infiamma gli animi e fa presagire il dramma. All’opposto il bieco bigottismo, materiale e perverso del perfido Scarpia, Gabriele Viviani, che dichiara manifestamente nella sua aria di non amare rose e violini bensì la violenza eccitante. Nelle note di regia Signorini racconta dell’innesto, postumo, dell’aria “Vissi d’arte” quasi estorta al maestro Puccini che si era concentrato fino ad allora solo sui personaggi maschili. Un cameo pucciniano che fa il pari con le stupende e struggenti parole di Mario Cavaradossi, Freddie De Tommaso, “…svanì per sempre il sogno mio d’amore…l’ora è fuggita…e muoio disperato…”. L’opera a teatro è un mondo affascinante e fantastico, a volte bizzarro e liturgico, carico di simbolismi e modi che possono sembrare anacronistici o lontani dai nostri tempi. Invece l’opera è realismo puro. È vita, morte, passione, speranza, è tema sociale, visione storica, politica del mondo e il suo linguaggio è universale e transumano se consideriamo che fra tutti i tipi e le mode musicali, l’opera è unica, sola e intramontabile, che ha attraversato i tempi facendoceli comprendere con più attenzione e sensibilità. Il bravissimo coro diretto da Francesco Aliberti e il coro di voci bianche diretto da Silvana Noschese è stato travolgente così come lo struggente stornello romanesco del pastore, che prelude alla tragedia, all’alba. Al Verdi sotto la direzione artistica e musicale del maestro Daniel Oren si assiste ad uno spettacolo nello spettacolo nel vedere e “sentire” il maestro che accompagna l’orchestra con espressioni sonore, quasi a cantare con i personaggi. Daniel Oren dal 2007 ha assunto la direzione artistica del Verdi di Salerno, cambiandone i contenuti e restituendo alla città e a tutti un vero e rinnovato teatro d’arte e dell’opera.
La Tosca pucciniana per la regia di Alfonso Signorini traccia una distanza infinita tra il vero amore del regista per la musica e l’opera, rappresentata e messa in scena nella sua vera essenza, intima e sofferta, che avvicina il dramma romantico più a un verismo di pelle, rispetto al suo impegno di presentatore e giornalista nelle quotidiane rassegne mainstream di cui si può decisamente fare a meno.
Nella rappresentazione del 2 giugno cambieranno gli attori protagonisti, soprano e tenore ma, siamo sicuri, non cambierà l’alto potere sensuale e romantico della pucciniana Floria Tosca, nella visione di Alfonso Signorini regista.
Titty Ficuciello