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Sfumare, in pittura, significa “unire i colori”.

I pittori infatti dopo aver depositato i colori nella tela o nella tavolozza, per levare tutte le crudezze dei colpi, vanno a confondere dolcemente fra di loro il chiaro con la mezza tinta, o la mezza tinta con lo scuro affinchè il passaggio dall’uno all’altro venga fatto con un tale diradamento in modo che la pittura, sia da vicino che da lontano, appaia morbida e delicata senza copi di pennello.

Questa tecnica può essere anche impiegata nella rappresentazione grafica, quando colui che disegna sa mescolare i colpi della matita così bene che li unisce fra loro, e col bianco della carta fa emergere il disegno che si dirada come il fumo che nell’aria si dilegua.

Il disegno in questo modo prende il posto delle parole e le immagini sono la registrazione delle impressioni della mente. Lo sfumato dei contorni, la visione non perfettamente a fuoco delle cose, è riconducibile al ricordo o all’appannamento dello stesso nelle memoria, anzi proprio alla malinconia legata all’atto stesso del ricordare. Consiste in una qualche impercettibile dissolvenza dei contorni con le figure che ammorbidisce il passaggio dalle zone di ombra a quelle di luce, creando quegli effetti di trasparenza che hanno reso celebre il ritratto della Gioconda, mentre con il raffinato chiaroscuro di Leonardo riuscì a modellare e definire le orme attraverso i contrasti di luce.

Leonardo, fu tra i primi artisti a studiare ed ad utilizzare la prospettiva aerea con la quale poteva rappresentare la profondità e la lontananza degli oggetti attraverso l’uso del colore.

E’ con l’avvento della pittura ad olio che è stato reso possibile la realizzazione dell’effetto sfumato e dell’effetto chiaroscuro, due tecniche fondamentali della pittura, delle quali il maestro viene considerato il primo grande inventore.
Egli con questo mezzo spoglia le forme della loro determinatezza e le fonde con l’atmosfera che le attornia.

Nella famosissima opera di Leonardo, LA GIOCONDA, possiamo notare che la composizione dell’opera ha una struttura a forma piramidale. La giovane donna è in posa davanti ad un parapetto, l’inquadratura è allontanata rispetto alla tradizione fiamminga e il ritratto è incentrato anche sul busto e sulle mani e non più solo sul volto. Compare così una quantità maggiore di particolari: il vestito che, anche se sobrio, denota l’estrazione sociale di lei; le mani, espressive e reali quasi quanto il volto, poggiate sopra ad un bracciolo. Il busto è ancora posto di tre quarti, mentre il viso è quasi frontale. Per quanto riguarda la tecnica chiaroscurale, possiamo notare che alla figura, mancano totalmente le linee di contorno della forme e dei volumi e le parti in luce, come il petto e le mani sono molto in risalto

Leonardo da Vinci, osservando i volti con le caratteristiche tipiche della razza europea ha stilato una “Regola per le proporzioni” del viso

Ovviamente è rarissimo trovare un viso perfetto come quello descritto da Leonardo ma è altrettanto vero che ogni irregolarità che troviamo sui volti li rende unici.

Certo è che, con la tecnica del chiaro/scuro utilizzata in arte, riusciamo a rendere il nostro viso piu’ simmetrico.

E’ così possibile allontanare, distanziare, abbassare, alzare, intervenendo con efficacia su numerosi inestetismi. Schiarendo si dona luce, si riesce ad appiattire qualche sporgenza, si può distanziare, mentre utilizzando il tono scuro si dà profondità, si possono smussare o assottigliare delle sporgenze. Con la fusione dei due toni si possono modificare, plasmare o alterare i volumi.

Per ombreggiare si possono usare prodotti cremosi o prodotti in polvere: i primi andranno ben dosati per evitare macchie, i secondi, che sono più facili da stendere, verranno utilizzati dopo uno strato di cipria trasparente. In tutti e due i casi il prodotto deve essere opaco.

Per ombreggiare si usano i toni del marrone, marrone/grigio o marrone/mielato. Per illuminare (“contrombreggiatura”) alcune zone si usano i toni dal bianco all’avorio caldo. Anche in questo caso i prodotti dovranno essere opachi.

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