Mi ha colpito questo Champagne perché quando l’ho bevuto ho percepito semplicità.
Ero ancora acerba sugli assaggi di champagne, non che ad oggi non lo sia, ma prima di bere Marie Noëlle Ledru avevo bevuto davvero altri pochi champagne, e mi aspettavo una bollicina diversa, non so esattamente cosa mi aspettassi, ma ricordo che fu come se conoscessi quello champagne e chi lo avesse prodotto da una vita.
Mi sentivo in pari con quella bollicina, a mio agio, senza fronzoli e particolari atteggiamenti reverenziali. Era così buono!
Nel cuore pulsante del village Grand Cru di Ambonnay e Bouzy, dove il Pinot Noir è il protagonista del quadro raffigurante la parte sud della Montagne de Remis, Marie Noëlle possiede ad oggi circa 2 ettari vitati con varietà di Pinot Noir (per la maggior parte) e Chardonnay, che cura in modo naturale, semplice, accarezzando il terroir con metodi biologici evitando l’uso di insetticidi, erbicidi, ma limitandosi solo ad impiegare soluzioni rispettose dell’ambiente in caso di necessità. Media pendenza dei vigneti, terreno ricchissimo, troviamo argilla lignite, marna verde, calcari bartoniani, calcari di Ludien, sabbie, pietra focaia, argilla di gesso sparnaciano, marne di Thanétien, sabbie di Thanétien, sabbie di Cuisien, marne luterane e marne bartoniane.
Nello Champagne Marie Noëlle è conosciuta come “la Reine du Pinot Noir et Notre-Dame d’Ambonnay”. I vigneti di sua proprietà sono una eredità di famiglia, donatale nel 1984 e da allora la produzione è stata una continua conferma qualitativa, sopportando tutti i cambiamenti evolutivi che ci sono stati, in termini di mercato, di stile, mantenendo intatta l’identità dei suoi Champagne.
Un lavoro quello di Marie Noëlle volto alla preservazione del contatto con la vite, della manualità nella gestione dei vigneti, nel prendersi cura di loro come fossero figli.
In effetti l’idea di Marie Noëlle madre di una parte di natura mi era subito venuta, nonostante io non conoscessi questo Champagne e non ne avessi mai sentito parlare.
Quella famosa sensazione di quotidianità, di sicurezza…eccola.
Sensazione sostenuta dalla consapevolezza che in effetti Marie Noëlle è una donna timida, riflessiva, ma determinata, esperta e rigorosa, tutte caratteristiche di una persona su cui fare affidamento.
Cuvée du Goulté Grand Cru Blanc de Noirs Extra Brut 2013 – Champagne AOC: Pinot noir (100%), “goulté” sta ad intendere il primo succo proveniente dalla spremitura dell’uva che ha una qualità migliore. L’uva utilizzata viene selezionata dalle migliori particelle del territorio di Ambonnay. Le viti hanno un’età media di circa 40 anni. la fermentazione avviene in acciaio inox e si svolge la malolattica, poi affina in bottiglia sui lieviti per 60 mesi. Non c’è filtrazione né stabilizzazione a freddo e il dosaggio è di 4g/l. La caratteristica che secondo me è una delle più suggestive è il degorgement, esclusivamente a mano effettuato dalla stessa Marie Noëlle.
Uno champagne dal carattere deciso, che ha un lato delicato e semplice, e dall’altro un lato retto e rigoroso, proprio come la sua produttrice, tutte caratteristiche amalgamate tra loro a dar vita ad uno Champagne davvero favoloso.
Nel calice questo Champagne è cristallino, dorato, pieno di piccolissime bollicine, qualcuno direbbe dal “perlage numeroso, fine e persistente”. Il naso è intenso, si sente la frutta, la mela, la pera, la nocciola, sentori minerali di pietra focaia. In bocca il sorso è teso, si espande nella cavità orale con determinazione ed eleganza, sapidità e freschezza, si percepisce la brioche, la crosta di pane, e poi dopo ritorna anche la frutta, l’agrume candito.
Questo è uno Champagne potente, che sa coccolare e far divertire allo stesso modo e nello stesso tempo.
Grande Champagne.
Immagine di copertina: Marie Noëlle Ledru
(fonte: https://www.xtrawine.com/Global/Images/XW/producers/1046_MarieNoelleLedru_1.jpg)