di Gerardo Pecci
L’ideologia legata al leghismo nordista, tuttora ancora fortissimamente antimeridionalista, ha generato pochi giorni fa un’aggressione fisica, violentissima, contro un deputato, Leonardo Donno, dell’opposizione, mentre pacificamente manifestava contro la cosiddetta “autonomia differenziata”. Si è trattato di un’aggressione davvero inqualificabile in un’aula parlamentare, a Montecitorio, alla Camera dei Deputati, un luogo che dovrebbe essere laicamente sacro per l’esercizio della democrazia. L’aula di Montecitorio è stata violentata e disonorata. Le immagini dell’aggressione vile e delinquenziale al deputato sono chiare, inequivocabili, incontrovertibili e inaccettabili. Chi pensa il contrario o è cieco o ha qualche serio problema di handicap intellettivo o è complice di coloro che sono stati definiti da più parti come “disonorevoli delinquenti”, squallidi individui che hanno usato violenza fisica e verbale contro un loro collega.
Nel Parlamento, luogo dell’esercizio democratico, si discute, anche duramente e anche in altre occasioni si sono sentite spesso parole grosse, ma il ricorso alla violenza fisica, cieca e barbara, è certamente un atto da condannare senza alcuna scusante, senza appello o giustificazioni del tutto “fantasiose” e/o anche campate in aria, come pure è stato fatto da esponenti dei partiti di maggioranza. Calci, pugni, un colpo da professionista sferrato allo sterno del povero malcapitato deputato Donno e il suo ricovero in ospedale dimostrano il degrado umano ed etico-morale di persone, se ancora vogliamo definirle tali, che hanno perso il lume della lucidità, della ragionevolezza, mossi esclusivamente da un odio viscerale e irrazionale, antico. Si tratta dell’odio leghista antimeridionalista, insensato e vergognoso, che è alla base stessa dell’esistenza di questo movimento politico.
Nel 1993 Ciro Paglia e Gennaro Sangiuliano scrissero un libro che analizzava l’antimeridionalismo leghista e definirono la Lega Nord come un movimento politico «privo di una precisa connotazione ideologico-politica, tenuto insieme soprattutto dalla contrapposizione al Meridione. Il Sud, dunque, è l’Inferno. Il Nord è il Paradiso» (Il Paradiso. Viaggio nel profondo Nord, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane). I tempi cambiano e anche le opinioni, così proprio Gennaro Sangiuliano, che era profondamente ipercritico nei confronti del partito fondato da Bossi, ora è ministro della Cultura nello stesso governo dove siede il suo collega Calderoli! Va chiaramente ricordato che Calderoli è stato un fedele “luogotenente” di Umberto Bossi.
Vero è che non è la prima volta che assistiamo a scene piuttosto discutibili nel Parlamento italiano, ma mai vi era stata un’aggressione fisica di un gruppo di deputati di maggioranza nei confronti di un loro collega dell’opposizione, appunto Donno, “reo” di aver mostrato al ministro Calderoli nientemeno che la Bandiera Italiana, il nostro Tricolore simbolo dell’Unità Nazionale e per questo ancor più sacro e da rispettare e che ha il primato nei confronti delle bandiere e degli stendardi regionali del Nord, spesso vergognosamente sventolati dai leghisti in opposizione proprio al Tricolore! Un gesto, quello del deputato Leonardo Donno, che sicuramente voleva ricordare al ministro leghista Calderoli l’indissolubilità dell’unione d’Italia, esortandolo a prendere la bandiera italiana, un gesto che è palesemente da leggere come invito a onorare il simbolo più alto dell’Unità d’Italia. Come abbiamo visto tutti dal filmato trasmesso su tutte le reti radiotelevisive italiane ed estere e sui social network Calderoli è indietreggiato di fronte al Tricolore, proprio come fa Satanasso, il demonio, di fronte alla Croce di Cristo, all’Ostia consacrata, all’acqua santa.
È fin troppo chiaro che l’On. Donno non ha aggredito l’esponente leghista, come vanamente affermano i deputati leghisti e i loro alleati della maggioranza, arrampicandosi sugli specchi della loro versione dell’accaduto, per nulla credibile, negando persino l’evidenza dei fatti che è sotto gli occhi di tutti. L’On. Donno, come chiaramente si vede dai filmati trasmessi dai mass-media, non ha provocato nessuno, voleva soltanto consegnare al Calderoli il Tricolore italiano, che tutti i cittadini dovrebbero degnamente onorare. Per tutta risposta è stato vittima di un atto di inqualificabile intolleranza, un atto di teppismo ingiustificato e ingiustificabile. L’Italia non merita di avere in Parlamento gente che usa le mani al posto del cervello!