Le vicende di William Patrick Hitler, nipote di Adolf, non sono state semplici e lineari. Nato a Liverpool, ritornò in Germania per poi migrare negli Stati Uniti. Tornato nella sua nazione, il Regno Unito, cerco anche di fare dei ricatti nei confronti dello zio accusandolo di avere un parente molto stretto ebreo. Ma la storia di William Patrick Hitler è stata famosa proprio per la sua insistente richiesta nei confronti del governo americano di entrare nella Marina da guerra americana.
Adolf Hitler aveva un fratellastro che era nato come figlio illegittimo del papà di Hitler, Alois Hitler, con la signorina Francisca Mazelberger, sposata poi in seconde nozze da Alois. Da questa unione nacque Alois Hitler Junior fratellastro appunto di Adolf. Alois Hitler Junior ebbe due figli, uno di questi figli fu William Patrick Hitler, che nacque il 12 marzo 1911 e che è stato il nipote di Adolf Hitler, proprio perché figlio di Alois Junior e della moglie irlandese Bridget Dowling. Il suo atteggiamento fu controverso. Fece ricorso allo zio per ottenere lavoro in Germania, così entrò nella Reich Credit Bank di Berlino, e poi nella fabbrica di automobili Opel. In seguito, con molta probabilità, iniziò ad accampare altre pretese nei confronti di Adolf Hitler, che come controparte gli chiese nel 1938 di rinunciare alla cittadinanza britannica per un impiego di rango ministeriale. William non fu d’accordo, subodorando pure venti di guerra e distruzione, e ritornando in fretta e furia in Inghilterra. Lo strappo era avvenuto, da allora Hitler cominciò ad inveire nei confronti del nipote definendolo pubblicamente, secondo alcune fonti, “Mio nipote ripugnante” e dichiarando “Non sono diventato cancelliere per il bene della mia famiglia… Nessuno mi salirà sulla schiena”.
Egli aveva fatto già richiesta al governo britannico di partecipare alle azioni di guerra proprio nell’esercito ma aveva avuto un netto diniego. Intraprese un tour di conferenze negli Stati Uniti, su invito dell’editore William Randolph Hearst, che aveva per titolo “Mio zio Adolf”, durante le quali denigrava pubblicamente suo zio, il suo operato e i nazisti, rilasciando dichiarazioni radiofoniche, poi riprese anche cinematograficamente. Il 3 marzo del 1942, dopo aver preso posizione in maniera netta contro suo zio Adolf, per arruolarsi scrisse addirittura al presidente Roosevelt, che gli sguinzagliò dietro l’FBI. La lettera, tra l’altro, recitava: “Tutti i miei parenti e amici presto marceranno per la libertà e la decenza sotto le stelle e le strisce… Vi sottopongo rispettosamente questa petizione per chiedere se mi è consentito unirmi a loro nella loro lotta contro la tirannia e l’oppressione?”… Come fuggitivo dalla Gestapo, ho avvisato la Francia tramite la stampa che Hitler l’avrebbe invasa quell’anno. Ho avvisato il popolo inglese con lo stesso mezzo che la cosiddetta “soluzione” di Monaco era un mito che avrebbe portato conseguenze terribili… Gli inglesi sono un popolo insulare e, sebbene siano gentili e cortesi, ho l’impressione, giustamente o meno, che non potrebbero a lungo termine provare una cordialità o una simpatia eccessive nei confronti di un individuo che porta il mio stesso nome”. Finalmente, il 6 marzo del 1944 venne arruolato nella US Navy, nel settore farmaceutico-paramedico, e ve ne uscì nel 1947 dopo aver combattuto nel teatro di guerra del Pacifico, dove fu ferito in combattimento da una scheggia di granata e per questo decorato anche con il Purple Hearth, il Cuore di Porpora, una alta onorificenza americana conferita a coloro che vengono feriti in guerra. Al termine del conflitto, venne insignito anche della World War II Victory Medal, Medaglia della Vittoria della II Guerra Mondiale, riservata a tutti coloro che avevano prestato servizio nelle forze armate statunitensi durante il vittorioso conflitto. Alla fine di questo periodo ricevette la cittadinanza statunitense e cambiò il suo cognome da Hitler a Hiller e poi in William Patrick Stuart-Houston. Sposò una donna di origini tedesche, Phyllis Jean-Jacques, dalla quale ebbe quattro figli, e la famiglia andò a vivere a Patchoque, a Long Island, New York. William, che aveva una buona formazione medica, avviò un’affermata attività analizzando campioni di sangue per gli ospedali, stabilendo il suo laboratorio, chiamato Brookhaven Laboratories, nella sua casa a Patchoque. Le cronache riportano che William Patrick Stuart-Houston “morì il 14 luglio 1987 e fu sepolto accanto alla madre, al Holy Sepulchre Cemetery di Coram, New York. Un aspetto interessante della storia di William è che aveva un fratellastro, Heinrich Heinz Hitler, nato il 14 marzo 1920 in Germania da suo padre Alosis Hitler Jr. A differenza di William, Heinrich divenne un convinto nazista e il preferito di suo zio. Heinrich frequentò un’accademia militare nazista d’élite e nel 1941 si unì alla Wehrmacht come sottufficiale dei segnali con il 23° reggimento di artiglieria Potsdamer”. “Why I hate my uncle”, questo è il titolo di un articolo di sei pagine pubblicato il 4 luglio del 1939 dalla rivista americana Look, alla cui gestione collaboravano Gardner e John Cowes ed anche Stanley Kubrick. In esso William Hitler va a ruota libera sulle perversioni dello zio, ne fuoriesce un particolare quadro della personalità del dittatore, delineato proprio da chi, come William, era ammesso all’intimità della sua dimora: “Stava prendendo del tè in compagnia di belle donne. Quando ci vide si alzò e, con un colpo di frusta, colpì dei fiori. Colse l’occasione per avvertirmi di non dire mai di essere suo nipote, poi tornò dai suoi ospiti fendendo l’aria con la frusta… Avevamo torte e panna montata, il suo dessert preferito. Sono rimasto colpito dalla sua profondità, dai suoi gesti femminili. C’era della forfora sul suo cappotto”. Nel maggio 2017 l’articolo, come riportato dal Guardian, e poi ripreso dal Corriere della Sera, è stato venduto per 700 sterline.