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L’acqua come elemento e bene primario dell’ intero pianeta e delle sue specie viventi rientra anche nell’arte e assume nuovi valori e significati.

Un genio del Rinascimento, Caravaggio, nel dipinto a olio su tela “Narciso” raffigura il fanciullo chino su uno specchio d’acqua intento a rimirare la sua immagine.

L’opera realizzata tra il 1597- 1599 che fa parte della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma è un capolavoro del Barocco italiano.

Realizzata con la tecnica innovativa di luce e ombra per creare un forte effetto visivo e dalla rappresentazione realistica del riflesso nell’acqua.  

Protagonista del dipinto è Narciso, la cui fonte classica di riferimento è tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, Libro III, a cui vanno aggiunti diversi volgarizzamenti rinascimentali e le mitografie di fine Cinquecento. Il giovane è rappresentato nudo, con un braccio sollevato e il volto che guarda in alto. Il suo riflesso nell’acqua appare reale con le onde che si increspano intorno al suo corpo.

Caravaggio ricrea coì due Narcisi, uno raffigurante la bellezza del giovane e l’altro la sua vanità, che costituisce il tema stesso dell’opera, da intendersi come il rischio di essere abbagliati dalla propria immagine perdendo div ista la realtà.

L’acqua ha continuato a ispirare altri grandi artisti, tra cui i pittori espressionisti. A tal riguardo è importante ricordare l’Impression soleil levant  di Claude Monet.

Impressione, sole nascente è stata realizzata nel 1872 ed è solitamente esposta al Musée Marmottan Monet di Parigi, ma sarà in prestito al Museo d’Orsay fino al 26 luglio.

La tela raffigura un paesaggio marino del porto di Le Havre, dove la presenza di una fitta nebbia rende tutto sfocato.

In primo piano ci sono due barche con i pescatori che emergono come ombre scure dal disegno. Sullo sfondo ci sono la banchina del porto, il veliero, le gru, le ciminiere fumanti.  La luce del sole si diffonde ovunque unendo cielo e acqua, i suoi riflessi sono ottenuti attraverso tratti rettangolari netti e rimarcati.

Il soggetto dell’opera non è dunque l’alba, ma l’impressione che essa suscita al pittore. Attraverso l’utilizzo delle ombre colorate, Monet si serve dell’acqua e della sua rappresentazione per riflettere i colori del mondo circostante.

L’acqua divine la protagonista dell’opera, mobile e allo stesso tempo riflettente.

Come egli stesso ebbe modo di scrivere: < L’elemento base è lo specchio d’acqua, il cui aspetto muta ogni istante per come i brandelli di cielo vi si riflettono conferendogli vita e movimento. Cogliere l’attimo fuggente, o almeno la sensazione che lascia, è già sufficientemente difficile quando il gioco di luce e colore si concentra su un punto fisso, ma l’acqua essendo un soggetto così mobile e in continuo mutamento, è un vero problema… un uomo può dedicare l’intera vita a un’opera simile>.

Al Romanticismo è legata l’opera di Wiliam Turner definito il “pittore della luce” che nei suoi quadri ha dipinto l’acqua nelle sue multiformi variazioni.

Ne “Il molo di Calais” l’acqua si intreccia con il cielo creando quasi un unico elemento. Turner realizzato questo lavoro partendo da uno schizzo realizzato qualche tempo prima, ovvero nel luglio del 1802. L’artista riporta nel quadro alcune navi che si stanno avvicinando al molo durante una tempesta per evitare la catastrofe; la forza distruttrice della natura ha un ruolo protagonista. Altri personaggi della tela sono i marinai che cercano di salvare vite umane attraverso l’ausilio di una scialuppa avvicinandosi alle navi che sono in pericolo.

L’acqua ritorna anche nel Post- Impressionismo che ha in Vincent Van Gogh il suo principale esponente. Il dipinto “Notte stellata sul Rodano” realizzato nel 1888 e conservato al Musée d’Orsay di Parigi il cielo appare illuminato da una moltitudine di stelle che brillano e si riflettono sulle acque del Rodano. Alla naturalezza delle stelle è dipinta la luce artificiale dei lampioni a gas del lungofiume di Arles, che proiettano anche essi sull’acqua fasci di luce violenti,

Van Gogh visse con grande coinvolgimento il fascino del cielo stellato, tanto da raffigurarlo nelle sue opere.

In una lettera indirizzata a suo fratello Théo egli descrive a vista che gli si parata dinanzi durante una passeggiata notturna lungo il mare e la spiaggia deserta. < Il cielo di un azzurro profondo era punteggiato di nuvole d’un azzurro più profondo del blu base, di un cobalto intenso, e di altre nuvole d’un azzurro più chiaro, del lattiginoso biancore delle vie lattee.  Sul fondo azzurro scintillavano delle stelle chiare, verdi, gialle, bianche, rosa chiare, più luminose delle pietre preziose che vediamo anche a Parigi – perciò era il caso di dire: opali, smeraldi, lapislazzuli, rubini, zaffiri. Il mare era d’un blu oltremare molto profondo – la spiaggia di un tono violaceo, e mi pareva anche rossastra, con dei cespugli sulla duna, dei cespugli color blu di Prussia. Ho fuori dei disegni a mezzo foglio e un disegno grande, che f da pendant all’ultimo>.

Il cielo stelato raccontato da Vincent si presenta come un’opera semplice e immediata; la tonalità che domina è il blu in varie sfumature.  

Passando al cubismo di cui uno dei maggiori esponenti fu Pablo Picasso l’elemento acquatico è presente nel suo dipinto “Les demoiselles d’Avignon” realizzato ad olio su tela tra la fine del 1906 e il luglio del 1907. Cinque ragazze disposte in modo frontale mostrano le loro nudità senza pudore. I volti sono stilizzati e innaturali, i corpi taglienti e i lineamenti asimmetrici; la composizione sembra ribaltarsi verso lo spettatore, nessuno sfondo, né spazio.

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