Ricordo benissimo la prima volta che l’ho degustato, era la mia prima volta alla presentazione di una guida di vini a Roma. Centinaia di etichette italiane, le migliori secondo gli esperti. Inizio timidamente gli assaggi. Passano le ore, la consapevolezza aumenta e anche la stanchezza.
Arrivo al banco d’assaggio della Toscana. Magnifica terra, che amo.
Vedo una bottiglia, con un’etichetta che cattura subito il mio interesse. Chiedo al sommelier di versarmi quel Syrah.
Appena vedo quel vino nel calice, la stanchezza scompare e ritorna l’entusiasmo. Che bel colore. Si riattivano subito i miei sensi olfattivi e gustativi. Diventa immediatamente un fermo immagine. Non riesco a trattenere gli occhi aperti. Il diaframma mi catapulta d’improvviso in una dimensione in cui il tempo non scorre più e lo spazio intorno a me è infinito. Ero sola con il mio vino. Una folgorazione. Un’estasi di colori, odori, sapori. Catturata da quel vino così intenso, dagli aromi così netti, avvolgenti, dalla beva così fluida e sensuale.
Ho riaperto gli occhi, il tempo ha ripreso a scorrere e le persone attorno a me a muoversi, in quel caos bellissimo di calici, sorsi e respiri.
Prendo la bottiglia che m’ha fatto felice: Cortona Syrah DOC “Apice” 2015 – Stefano Amerighi.
Da uve 100% Syrah, si presenta nel calice un vino rosso rubino intenso, che stravolge subito il naso, decisamente complesso negli odori, il primo aroma mi ricorda il cappero di salina, l’oliva di Gaeta, poi sento la frutta rossa, la mora; i fiori secchi, la lavanda; note speziate di pepe nero, aroma di caffè, cioccolato. Un naso pieno e bellissimo, che chiede ancora e ancora di essere inebriato in quel modo delicatamente irruento. Il sorso è eccitante, intenso, gustoso, succoso, sensuale, fresco; il tannino avvolge in una lunga persistenza.
“Questo Syrah è nato da uve maturate “”all’apice”” del vigneto de’ Canonici. Affinato per due anni e mezzo in bottiglia, è prodotto solo in annate che noi riteniamo eccezionali, per questo rappresenta la nostra “argenteria di famiglia”. Stefano Amerighi
Dobbiamo andare in Toscana, in provincia di Arezzo per trovare l’azienda di Stefano Amerighi, precisamente a Poggiobello di Farneta, dove su due colline di Cortona si sviluppano i quasi 9 ettari vitati di Syrah con esposizione sud/sud-ovest.
È agli inizi del Duemila che Stefano Amerighi decide di impiantare le barbatelle di Syrah selezionate nella Valle del Rodano. L’azienda lavora in regime biodinamico, ovvero a dettare il ritmo delle pratiche di potatura e di lavorazione del terreno sono le fasi lunari. In vigna si usa solo rame e zolfo per le difese fitosanitarie delle piante, e le si rinvigoriscono con l’utilizzo di tisane naturali e preparati macerati. Tutte le lavorazioni, sia in vigna che in cantina, tendono a manifestare l’attachment del vignaiolo alla natura. Non si usano sistemi di pompaggio per il carico delle vasche e la fermentazione è spontanea, senza l’aggiunta di lieviti selezionati, di solforosa e senza il controllo della temperatura.
Ma la cosa più entusiasmante è la pigiatura. Una volta diraspata, parte dell’uva viene lasciata a chicco intero e parte viene sofficemente pigiata con i piedi. A questa notizia ritorno indietro nel tempo, a quand’ero bambina, quando guardavo incantata i miei nonni pigiare l’uva proprio così, con i piedi. Dopodiché viene messa a mano in piccoli tini di cemento. L’imbottigliamento viene fatto senza filtrazione e senza stabilizzazione.
Passa un po’ di tempo dal primo incontro, e intanto ho messo anche lui nella mia personale cantinetta: Cortona Syrah DOC 2016- Stefano Amerighi.
Un’altra poesia. Rosso rubino intenso, complesso al naso si apre subito con i frutti rossi, la ciliegia, l’amarena; con dei fiori secchi di petali di rosa; poi olive nere, pepe nero in grani, erbe aromatiche, tabacco. Una beva elegante, intrigante, nitida ma calda, avvolgente; ritornano al retro-nasale la frutta rossa, le more, il pepe; un tannino integrato e persistente.
“Ho fatto questo vino da uve maturate nel vigneto della mia azienda biodinamica nelle campagne di Cortona. L’etica aziendale, la totale assenza di correttivi, la pigiatura alla maniera antica, con i piedi, rendono questo vino un vero specchio della mia uva in questa annata.”
Stefano Amerighi
Una curiosità prima di lasciarvi: l’etichetta. L’ispirazione apparterrebbe ad una teoria molto affascinante sulla formazione della Luna, secondo la quale, la Luna si sarebbe staccata dalla Terra primordiale a causa di una elevata velocità di rotazione e fluidità di quest’ultima. In pratica, una parte della massa che apparteneva alla Terra si sarebbe separata da essa, dando origine alla Luna. Da unica entità Terra-Luna, si passa quindi a due singole entità diverse Terra e Luna, che probabilmente continuano ad influenzarsi, non permettendo di prescindere l’una dall’altra. Un po’ come Stefano, le sue viti, i suoi vini e la natura.
Sugli abbinamenti non mi pronuncio, io lo bevo anche senza… ancora e ancora e ancora.