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Finisce Vient ‘e Terra, e si stappa ZAGREO.

Zagreo, figlio di Persefone e Zeus, figlio prediletto dal padre che lo destinò a regnare sull’interno universo, fu fermato dai Titani che sotto ordine di Era (gelosa) lo fecero sparire, catturandolo e divorandolo. Prima di essere catturato Zagreo fuggì tanto dai Titani trasformandosi in vari animali fino al momento della cattura in cui aveva le sembianze di un toro. I Titani non riuscirono però a togliere di mezzo ogni parte di Zagreo, Atena infatti riuscì a salvare il suo cuore, lo portò a Zeus che lo inghiottì e lo rese immortale, facendolo rivivere in Dionisio. La mitologia poi narra che i Titani furono sconfitti fulminati e dalle loro ceneri – o, più precisamente, dal fumo di esse – nacquero gli uomini.

Marco e Diana hanno fatto davvero un ottimo lavoro: Zagreo è un vino che risveglia i sensi, ti piace e ti cattura.

Roccamonfina IGT, Fiano 100% allevato su terreni vulcanici ricchi di sabbia e calcare secondo metodi biologici e biodinamici. La sua resa è molto bassa (40-50 q/ha) a vantaggio della sua qualità. La fermentazione avviene in anfora su lieviti indigeni, fa una lunga macerazione senza essere chiarificato né filtrato. Affina alcuni mesi nell’anfora di fermentazione per poi essere imbottigliato.

La vendemmia 2018 è una bevuta davvero interessante. Ogni sorso non è mai banale, nonostante si vada avanti, c’è sempre qualche pizzico di novità gusto-olfattiva che lo rende estremamente piacevole e godurioso.

Alla vista si presenta con questo suo manto dorato degno del nome che porta.

Il naso è un’esplosione di agrumi, erbe aromatiche, limone, menta, rosmarino, fiori bianchi, la primula, il giglio, e poi alla fine si fanno spazio negli orifizi olfattivi anche dei cenni sulfurei che danno quella spinta in più.

Il sorso poi è intenso, si percepisce la grinta, la forza, l’energia, si espande in bocca in ampiezza e in altezza grazie alla sua memorabile freschezza, il tutto a mantenere una persistenza lunga e ben distribuita.

Insomma mi è piaciuto tanto.

Bravi. Bravi. Bravi.

Cheers

Fonte foto: Brigida Mannara

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