Innumerevoli volte mi è stato chiesto cosa fosse il Vino per me, e talvolta ho dovuto riassumere un concetto articolato in cosi poche parole; Fatto sicuro è che in ogni mia disamina ho esposto la parola “forza”:
Forza della vite di crescere in territori e terreni spesso ostili, forza del mosto nel restare vivo e fermentante in vari passaggi di cantina, forza di completarsi e affinarsi in apparenza dormiente in bottiglia.
E questa regione, insieme al suo vino di forza ne ha da vendere.
Partendo dagli inizi del 1600, con la distruzione di una parte dei vigneti, con successivi due secoli di ripristino; Poi la comparsa dell’oidio e della fillossera e ancora, l’arrivo della ferrovia che ridusse l’interesse dei viticoltori per la produzione di vino e, infine, i due conflitti mondiali. Sembrava essere quasi un tempo di decadimento dello Chablis, fino alla metà degli anni 1950, tempo che segnerà poi l’inizio della sua ripresa ed espansione.
Mi imbatto in questa etichetta circa due anni fa per un giorno a me caro e ne resto affascinata tanto da volerne andare a scoprire di più.
Divenuta la più importante cantina cooperativa del mondo per qualità e per varietà dell’offerta, “La Chablisienne”, nasce nell’omonimo comune della Borgogna francese nei primi decenni del secolo scorso. In quel periodo, i tanti contadini della zona, per far fronte alla difficile situazione economica decisero di unirsi, così da riuscire a vendere con maggior efficacia i vini frutto del loro lavoro. I viticoltori iniziarono a conferire le proprie uve, poi vinificate e trasformate in vino direttamente nella sede della cooperativa.
È a partire però dagli anni ‘50 che questa Associazione assume la forma che ancora oggi conosciamo, per cui attualmente, di fronte al desiderio di ogni singolo viticoltore di vedere valorizzate le proprie parcelle vitate, alla cooperativa vengono conferiti direttamente i mosti, cosicché ogni socio mantiene il pieno controllo sull’intera fase di vinificazione. Successivamente, interviene per completare l’invecchiamento e l’affinamento dei vini, dei quali cura anche il marketing e la commercializzazione, non mancano anche liquori alla frutta messi in commercio e trattati dalla cooperativa.
Ecco quindi nascere, e arricchirsi con il tempo, un’offerta inimitabile per qualità e quantità, capace di comprendere alcuni dei migliori appezzamenti dello Chablis, senza dubbio denominazione tra le più famose dell’intera regione vinicola francese della Borgogna, nonché culla dei migliori Chardonnay del mondo, puntualmente distinti da una straordinaria tensione e da una precisa mineralità.
E’ una realtà che si fonda sul continuo scambio di conoscenze, savoir-faire, da cui prendono vita etichette capaci di riunire allo stesso tempo innovazione e tradizioni. Bottiglie figlie di un meticoloso lavoro di un team esperto, e frutto del più profondo amore per le proprie terre, per le proprie vigne.
L’abbinamento, col piatto, di questo dorato bianco è tanto semplice volendo aver considerare le caratteristiche aromatiche e sapide dello stesso, ma allo stesso tempo tentatore di nuove fantasie. Piatti della Borgogna più radicata, crostacei, ostriche, ma così piacevolmente gioco d’azzardo “ben riuscito” se pensassimo anche ad una carne braciata, o una rana pescatrice marinata in esso!