Venerdì, 11 marzo 2022, alle ore 17, presso la sala consiliare della Provincia di Salerno, si è tenuta la presentazione del libro
“Il padre del futuro” Don Alberione e la sfida del cambiamento,
Edizioni San Paolo, scritto dal giornalista Rai, Rosario Carello, in occasione dei 50 anni dalla morte di don Giacomo Alberione. La manifestazione è stata organizzata da Stefano Pignataro, presidente diocesano Fuci ( che ha moderato e introdotto i lavori) con la collaborazione del “Movimento ecclesiale di impegno culturale, gruppo diocesiano mons. Guido Terranova, dell’ Azione cattolica italiana, Diocesi Salerno- Campagna-Acerno, del Fuci “San Gregorio VII” e dalla Provincia di Salerno.
Dopo i saluti dei numerosi rappresentanti istituzionali laici e religiosi, tra cui il Mons. Andrea Bellandi e il consigliere provinciale Francesco Morra, si sono aggiunti anche quelli del presidente dell’ Assostampa Valle del Sarno e tesoriere dell’ Ordine dei Giornalisti della Campania, Salvatore Campitiello, attraverso il suo delegato De Nardo Carmine.
Hanno partecipato alla manifestazione oltre all’ autore ( in video conferenza per motivi di salute) don Roberto Ponti (sacerdote paolino), Pino Blasi (già giornalista Rai) e suor Rita Mignosi ( delle Figlie di San Paolo).
Ne è uscita una definizione unanime di un don Alberione (Autore della “Famiglia Cristiana” e del “Giornalino”), votato all’ utilizzo delle nuovi strumenti di comunicazione e di informazione. Meritevole di essere considerato alla stregua del santo protettore dei giornalisti: Francesco di Sales.
In sintesi riportiamo alcuni passi determinanti delle parole dell’ autore Rosario Carello:
“Dove va, dove finisce questa umanità? La speranza o la disperazione albergano nei loro cuori? Don Alberione si pone questa domanda. A differenza di madre Teresa di Calcutta, che aiuta le singole persone in difficoltà, lui pensa a comunità e umanità fuori dal tempo e dallo spazio proiettate verso il futuro. Vuole raggiungerle con un messaggio di speranza e di resurrezione. Prende l’ idea di San Giovanni Bosco, ma oltre a formare i giovani e a sostenerli, li spinge verso la missione.
Il suo tempo storico che ha vissuto il passaggio dall’ 800 al ‘900, la modernità, la rivoluzione industriale, dei media e dei costumi, la secolarizzazione appartengono ad un epoca di cambiamento che è simile a quella di oggi. Ma invece di rispondere con timore a queste trasformazioni, egli ci insegna che c’ è sempre un’ opportunità nel futuro attraverso il suo metodo, quello della buona stampa e del suo slogan:”non abbiate paura”. Egli, infatti, non ha dimostrato di essere il padre dei moderni mezzi di comunicazione ma proprio del “Futuro” . Quel futuro che si affronta con la sua speranza, col suo ottimismo e col suo metodo. Quello basato sulla fede, che gli ha permesso di decuplicare le sue azioni e di essere l’ imprenditore che nel ‘900, complessivamente nel mondo della stampa, della radio, della tv e del cinema, ha dato il contributo maggiore alla società italiana.”