Due schiaffoni.
Due schiaffoni tremendamente pesanti e duri da digerire.
Ormai è innegabile, a Napoli, o meglio nel Napoli qualcosa si è rotto. Crepe profonde, difficilmente sanabili e che rischiano di compromettere la stagione dei partenopei, ancora in corsa su tutti i fronti. Dopo la deludente vittoria contro il Parma al Diego Armando Maradona, sei giorni fa, e nel mezzo una ancor più striminzita partita contro l’Atalanta di Gasperini per la semifinale di andata di Coppa Italia, gli azzurri cadono al Ferraris di Genova, sotto i colpi di un Genoa corsaro, mai domo e rivitalizzato, rinvigorito dalla pozione B.
Pozione B creata, ideata, e messa a punto proprio da lui, Davide Ballardini. Esonerato sul finire di stagione e richiamato puntalmente da Preziosi l’anno successivo per tentare il miracolo permanenza in Serie A. Mattatore nonchè MVP di serata, Goran Pandev. Inutile il goal di Politano, tra le fila azzurre. Dicevamo Goran Pandev, si proprio lui l’ex dal dente avvelenato, autore di una sfavillante doppietta che proietta i liguri all’undicesimo posto in classifica a quota 24, a -2 dai cugini che domani saranno di scena al Ciro Vigorito contro il Benevento di Pippo Inzaghi.
E’ bastata mezz’ora ai Balla’s Boys per ipotecare il successo, conquistando tre punti fondamentali in ottica salvezza. Nello spazio di 15′, prima all’11’ e poi al 26′, Pandev tramortisce e annichilisce una squadra, quella di Gattuso che ormai palesa lacune e black out improvvisi. Difesa disastrosa, male Manolas, malissimo Maksimovic. Ha pesato come un macigno l’assenza di Koulibaly, ma il problema non è tattico, il problema è nella testa.
Voragini, imprecisione, distanze tra i reparti: il Napoli si è smarrito. Se poi ci si mette di mezzo anche un Perin mostruoso, il gioco è fatto. Ma limitarsi alle ultime uscite dei partenopei sarebbe fuori luogo, significherebbe sminuire ciò che di più profondo si cela dietro questa dabacle.
Un mercato palesemente sbagliato.
Una società che non mostra attaccamento, protezione nei confronti del proprio tecnico.
Area dirigenziale che andrebbe ampliata e probabilmente affidata ad altri esperti, professionisti in settori differenti.
Facile ora nascondersi dietro le spalle forti ma umane di Rino Gattuso, quel Rino Gattuso tanto acclamato un anno fa e chiamato a ricomporre i pezzi di un puzzle completamente disgregato dal suo predecessore, Carlo Ancelotti.
Non prendiamoci in giro. La storia d’amore tra il tecnico calabrese e il suo presidente è giunta al capolinea. Il Napoli è sprofondato a -10 dall’Inter capolista in attesa del Milan che domani a San Siro ospiterà il Crotone di Stroppa. E’ altresì vero che i giochi sono aperti, ma urge una sterzata prima mentale e poi tecnico tattica. Se non si crede più in Rino, sarebbe cosa buona e giusta lasciarlo partire verso altri lidi e porre rimedio ad una situazione che sta letteralmente sfuggendo di mano agli addetti ai lavori.
Rivedibile l’operato di Giuntoli, sul banco degli imputati.
Non esenti da colpe i calciatori.
E in tutto ciò, in una situazione così grigia, nebulosa, pare peraltro, secondo voci di corridoio, che ADL abbia avuto contatti con due allenatori del passato, a cui desidererebbe riaffidare la panchina partenopea: Rafa Benìtez e Maurizio Sarri.
Fandonie o realtà?
Di vero c’è solo che il Napoli, questo Napoli così non va.
Il cielo in quel di Castel Volturno è tempestoso. Fulmini, saette e nuvoloni intrisi di pioggia, anzi di grandine, incombono sulla testa di Gattuso.
Saranno ore di profonde riflessioni in società.
Di chi le colpe maggiori?
PAGELLE
GENOA(3-5-2): Perin 7; Goldaniga 6, Radovanovic 6.5, Criscito 6.5, Zappacosta 6, Strootman 6.5, Badelj 6.5, Zajc 6, Czyborra 6, Destro 5.5, Pandev 7.5 ALL: Ballardini 7
NAPOLI(4-3-3): Ospina 6; Di Lorenzo 6, Manolas 4.5, Maksimovic 4.5, Mario Rui 5, Emas 5.5, Demme 6, Zielinski 5.5, Politano 6.5, Petagna 5.5, Lozano 6 ALL: Gattuso 5
Fonte foto: Autore Simone Arveda/ ANSA