Fino a qualche giorno fa il mondo del calcio era un Paradiso, La terza industria del Paese, in grado di
garantire allo Stato oltre 1 miliardo di gettito fiscale.
Soldi che giravano dalle società ai calciatori, dai network televisivi alla pubblicità fino al merchandising, poi il
Coronavirus ha investito anche questo mondo dorato.
Ed allora i club sono stati costretti a fare i conti, valutare il taglio o la riduzione dei pagamenti praticamente
un bottino che vale circa 230 milioni di euro solo per la serie A.
Le stime effettuate da Calcio e Finanza riducendo il monte ingaggi del 15% confermanoo che la Juventus
risparmierebbe qualcosa come 50 milioni, l’Inter 24, la Roma 22, il Milan 20, il Napoli 17, la Lazio 12 e così
via, fino ad arrivare a Brescia ed Hellas Verona, che spendono meno di tutte e si troverebbero tra le mani
comunque un tesoretto da 4,5 milioni.( calcolo su cifre nette che andrebbero rivisitate con un ulteriore 65%
circa).
Questo discorso coinvolge tutti maggiori campionati d’Europa, ed i club stanno iniziando le trattative con i
propri calciatori.
Giunge notizia che il consiglio d’amministrazione del Barcellona riunitosi nella giornata di giovedi in
videochat propone un taglio salariale per tutti suoi tesserati, dato che alcuni giorni prima il presidente
Josep Maria Bartomeu aveva ammesso tutte le difficoltà del club, impossibilitato a coprire le spese
economiche della stagione date le circostanze. Ma ha anche trovato nella figura del portavoce dei
tesserati Lionel Messi una ferma opposizione.
Per contro in Italia i calciatori della Juventus secondo il loro portavoce Giorgio Chiellini che puo vantare
una laurea Magistrale in Economia e Commercio ( 110 e Lode) con un gesto etico e professionale mette
tutti d’accordo promuovendo tre possibili soluzioni. Non conosciamo le cifre ma convincere chi guadagna
circa 30 milioni l’anno a decurtarsi lo stipendio vuol dire che la saggezza e l’attaccamento alla propria
società è superiore alla media di tutti coloro che tirano calci ad un pallone su un rettangolo verde..
Bruno Fontanarosa