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L’11 luglio 1895, davanti a pubblico sbalordito di scienziati, i fratelli Lumière proiettavano i loro “film” in una Parigi che si accingeva ad accogliere una delle più grandi invenzioni di tutti i tempi.

Come per molte altre invenzioni il Cinema, nel suo senso etimologico“scrittura in movimento”, ha tanti genitori, è quindi il frutto del lavoro di molte persone che hanno perseguito obiettivi diversi e che hanno permesso poi ai fratelli Lumière di ottenere questo risultato straordinario. Il padre Antoine Lumière – e potremmo divertirci a pensare che in questo nome era già scritto il loro destino, Nomen omen – era un fotografo e avviò i suoi figli alla sua passione. Inoltre aveva uno spiccato senso imprenditoriale ed era alla costante ricerca di idee che potevano essere sviluppate e commercializzate.

Nonostante i due figli avessero mostrato fin da giovanissimi una notevole abilità nel migliorare le attrezzature a disposizione dei professionisti, fu Antoine ad assistere a una proiezione del celebre Edison che stava mostrando all’Europa il suo Kinetoscopio. Si trattava dello stesso principio, immagini in sequenza che ricreavano il movimento, ma anziché essere proiettate venivano osservate da un unico spettatore dentro a un piccolo visore, peraltro poco luminoso.

I Lumière capirono che, al contrario, bisognava fare uscire l’immagine dalla scatola, mostrarla in un evento collettivo, proiettarla. A facilitare il lavoro geniale di questi inventori vi era stata anche un’altra intuizione che come spesso capita era arrivata fino alla fotografia per vie tortuose: la celluloide.

Inventata più di 15 anni prima da due americani, la celluloide era stata brevettata per sostituire il costoso e raro avorio nella costruzione delle sempre più diffuse palle da biliardo. Dopo la sua diffusione però si era capito che poteva avere molte altre preziose proprietà: fra queste si capì che era in grado di stabilizzare la pellicola e di creare delle strisce larghe 35 millimetri, ma lunghe fino a 17 metri, che consentivano di riprendere scene lunghe 50 secondi. Insomma oggi potremmo persino affermare che la difficoltà di trovare e uccidere gli elefanti, dai quali si poteva estrarre l’avorio per fare le palle da biliardo ebbe un ruolo involontario quanto importante nello sviluppo del cinema.

La proiezione dell’11 luglio 1895 non fu la prima (i fratelli inventori ne avevano già fatte quattro), ma di fronte agli scienziati francesi, che normalmente tendevano ad essere scettici ed ipercritici, il successo ottenuto da questa invenzione spinse imprenditori e mondo scientifico a portare avanti questo nuovo strumento.

Il 28 dicembre dello stesso anno a Parigi veniva così organizzata la prima proiezione pubblica, che avrebbe sancito la nascita del cinema per come lo conosciamo, inaugurando un nuovo modo di fare esperienza. Una rivoluzione epocale che è giunta fino a noi e che oggi parte integrante del nostro patrimonio culturale.


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