L’On the Road di quest’oggi, è un On the Road un pò inusuale.
È un monito.
Una personale presa di coscienza.
Perché?
Anni di studi fatti a Napoli e realizzare di non averla mai “scoperta”.
Non vi nego che ho masticato l’amaro in bocca.
Ma, essendo io un’ottimista incallita, sono dell’opinione che non è mai troppo tardi per iniziare o per recuperare.
Infatti, oggi, come suggerito dal titolo, vi porterò – per quanto mi sia possibile – alla scoperta o riscoperta del Complesso Monumentale di Santa Chiara.
Pronti?
Non avevo dubbi.
• Cenni storici
In via Santa Chiara 49/C, o meglio, nel cuore del centro storico napoletano, vi è questo antico Complesso Monumentale denominato, per l’appunto, Santa Chiara.
La sua costruzione risale al XIV secolo (1310) per volontà dei sovrani Roberto d’Angiò e della sua seconda moglie Sancia di Maiorca.
La cittadella francescana fu realizzata costruendo due conventi : uno femminile per le clarisse e l’altro maschile per i frati minori francescani.
C’è da dire che : questa originale conformazione a convento doppio fu possibile solo grazie all’approvazione papale ottenuta nel 1317.
Inizialmente, i lavori furono eseguiti sotto la direzione di Gagliardo Primario e, successivamente, da Lionardo di Vito.
Oggi, la Chiesa, si presenta nelle sue originarie forme gotiche provenzali, con una semplice facciata in cui è incastonato un antico rosone traforato.
L’interno è a navata unica con dieci cappelle per lato.
Nel 1742, per opera dell’architetto Domenico Antonio Vaccaro, la chiesa subì delle modifiche. Infatti, fastosi rivestimenti donarono al complesso un aspetto barocco.
Purtroppo, il 4 agosto del 1943, la chiesa fu quasi del tutto distrutta da un bombardamento aereo ma fu ricostruita e restaurata sotto la direzione di Mario Zampino… seguendo l’originario stile gotico.
Solo dieci anni dopo, il 4 agosto del 1953, la chiesa fu riaperta al culto.
È giunto il momento del Chiostro Maiolicato…
• Chiostro Maiolicato
Del Complesso Monumentale di Santa Chiara, il Chiostro Maiolicato ne è la prima tappa.
L’impatto visivo – se non sensoriale – è a dir poco stupefacente.
Infatti, si è catapultati in uno scenario artistico davvero surreale.
Affreschi… colonne… fontane… frutteti… giochi di colori, di luci ed ombre.
E per la pace emozionale che suscita, personalmente, m’ha rimembrato un brano del cantautore Franco Battiato.
Il brano in questione è : L’ ombra della Luce.
Ma tralasciando me e tornando ai cenni storici e al Chiostro…
Nel corso dei secoli, il Chiostro del monastero, ha subìto varie trasformazioni e la più importante fu eseguita, tra il 1739 e il 1742, dall’architetto ed artista (scultore, pittore e disegnatore) Domenico Antonio Vaccaro.
L’artista, realizzò due viali che, incrociandosi, dividono il giardino in quattro settori.
I viali, poi, sono fiancheggiati da 64 pilastri rivestiti da maioliche con figure di fiori e frutta.
I pilastri, a loro volta, sono collegati tra loro da sedili (anch’essi maiolicati) sui quali sono rappresentate scene di vita campestri dell’epoca, paesaggi e scene mitologiche.
Le pareti dei quattro lati del Chiostro, come vi avevo già anticipato ad inizio articolo, sono decorate da affreschi seicenteschi che raffigurano : Santi, allegorie e scene dell’Antico Testamento.
Infine, una volta contemplato il Chiostro, la “magia” continua all’interno della struttura, dove si potrà ammirare un Museo in cui vengono conservati tesori illesi dal bombardamento del 1943, resti di terme romane del I sec d.C. e un tradizionale presepe decorato con pastori del ‘700 e dell’800.
Anche quest’ On the Road giunge al suo termine.
Spero d’essere stata di piacevole compagnia e – perché no – di avervi spronato alla ricerca o riscoperta del patrimonio culturale del nostro territorio.
Perché l’Arte, in tutte le sue forme, è un bagaglio sensoriale che sicuramente non allungherà la vita ma di certo la allargherà.
Al prossimo On the Road,
Martina.
OnAir : L’ombra della Luce – Franco Battiato
https://youtu.be/E8jo7DBxaos
“Perché la pace che ho sentito in certi monasteri
O la vibrante intesa di tutti i sensi in festa
Sono solo l’ombra della luce.”
Ph : Martina Farina