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Si chiama Elisabetta Dami la scrittrice che ha inventato le storie sul roditore più famoso di tutto il mondo, i suoi libri sono tradotti in 50 lingue e venduti in 180 milioni di copie.

In una intervista l’ autrice ha avuto modo di parlare di sé e raccontarsi. Il suo personaggio Stilton è nato venti anni fa quando ha scoperto che non poteva avere figli e da quel momento incominciava a fare volontariato alla clinica pediatrica De Marchi.

È in quella circostanza che inizia a scrivere storie divertenti con protagonista Geronimo Stilton, un personaggio che capiva tutto.

‘I bambini mi chiedevano sempre:” Ma ci sarà un lieto fine?” . “Finisce benissimo” rispondevo io, rendendomi conto che in realtà mi stavano chiedendo “Ci sarà un lieto fine anche per la mia storia?” .

Lì capii l’ importanza di un buona fine. Qualunque cosa ci succeda possiamo dargli un senso’.

Stilton non è solo un topo socievole, ma prova emozioni in cui anche i più piccoli possono immedesimarsi. Lui è distratto, goffo un moderno antieroe.

Con le sue avventure i bambini imparano cosa significa la collaborazione, l’ onestà, il coraggio, la lealtà, il valore della famiglia e dell’ amicizia.

Un viaggio quello con Geronimo tutto da scoprire, un mondo che accompagna per mano i bambini che coltivano non solo la passione per la lettura, ma anche la conoscenza di messaggi autentici.

Elisabetta Dami: breve biografia

Figlia dell’editore Piero Dami, fondatore nel 1972 della Dami Editore, a tredici anni ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della narrativa come correttrice di bozze,per la casa editrice di famiglia. A diciannove anni realizza i suoi primi racconti.

All’età di 20 anni ha conseguito il brevetto di pilota d’aereo e paracadutista mentre a 23 anni ha affrontato il giro del mondo viaggiando da sola; ha inoltre frequentato un corso di sopravvivenza nel Maine presso la scuola Outward Bound. Tra le altre avventure, ha fatto escursionismo in Nepal, ha scalato il Kilimangiaro ha corso la maratona ‘100 km del Sahara’ e tre volte la maratona di New York (nel 2002, nel 2003 e nel 2017).È anche stata adottata da due tribù di nativi americani, fra cui il Clan del Lupo dei Cherokee.[3]

Foto presa dal Web

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