Il caccia supersonico F-35 è ormai da anni al centro di polemiche che abbracciano sempre più settori, dalla strategia militare, alla tecnologia, passando per l’economia e la geopolitica, senza dimenticare le tematiche ambientali. Il prodotto supertecnologico della famosa azienda statunitense Lockheed Martin accentra su di sé le attenzioni e le perplessità di tanti ma, questo è certo, a tutt’oggi risulta estremamente difficile capire le caratteristiche che lo rendono così gettonato e agognato dalle aeronautiche di tutto il mondo. Anzi, è diventato indicatore sicuro degli orientamenti politico-strategici delle forze armate e dei relativi governi. E’ piuttosto recente la notizia che la Germania, nazione d’impronta senz’altro pacifista e con una componente politica significativa di partiti ambientalisti, ha ormai deciso di acquisire uno stock di F-35 da destinare ad attacchi con armi nucleari. La cosa preoccupa non poco, proprio perché è segnale che l’assetto strategico di molti paesi europei è mutato o sta mutando, la stessa Norvegia ne ha ultimato l’acquisizione di 52 unità. Non solo la destinazione di ingenti ripartizioni di bilancio per gli F-35, ma soprattutto il riassetto di una forza di deterrenza nucleare mostra la nuova politica generata dal conflitto russo-ucraino. La bomba che equipaggerà i caccia tedeschi è la temibilissima B61/13, ordigno che, a seconda della configurazione, potrebbe avere una potenza di circa 360 chilotoni (per capirci, quella di Hiroshima ne aveva 15). Questo nuovo armamento dell’F-35 delinea scenari operativi diversi rispetto a quelli classici della Guerra Fredda, dove era previsto che i missili intercontinentali (I.B.M.) partissero appunto da un continente e raggiungessero l’altro, soprattutto per azioni di distruzione di massa. Tale strutturazione strategica aveva un protocollo di esecuzione estremamente controllato ed articolato, con vari livelli di responsabilità decisionali e di esecuzione. Il poter imbarcare armi nucleari relativamente piccole e leggere, appunto tattiche come le bombe, su aerei supersonici, delinea una nuova e diversa operatività di teatro, cioè relativa a delimitazioni territoriali piuttosto circoscritte, per scenari operativi che coinvolgono non più ampie porzioni di territorio di varie nazioni e grandi città, ma anche e soprattutto fazioni di due eserciti che si confrontano in una war scene limitata. In tale contesto, aumenta in maniera esponenziale la possibilità di decisioni più estemporanee e lasciate al singolo, seppur in protocolli molto elaborati e sperimentati, proprio per il rapido configurarsi ed evolversi di situazioni di combattimento in quadri di guerra molto variabili in tempi brevissimi. Quindi, anche come scelta operativa l’utilizzo dell’arma nucleare potrebbe, fatte le dovute premesse e i debiti scongiuri, avere impieghi molto più probabili rispetto a quelli sino ad ora configuratisi. La Germania che decide di acquistare una componente di F-35 con relativo armamento di bombe nucleari rappresenta un poco il capofila di altri paesi europei che, ormai, stanno andando in maniera decisa verso lo stesso orientamento tattico-strategico. Per quanto riguarda disponibilità all’utilizzo dell’F35 siamo intorno al 65% di operatività, rispetto a quella prevista che doveva superare il 70%, e le ultime statistiche dimostrano che soprattutto negli ultimi tre anni si è scesi addirittura al di sotto del 60%. Ciò vuol dire che su dieci F-35 schierati o in dotazione, meno di 6 sono pronti al decollo, necessitando gli altri di operazioni di manutenzione estremamente articolate e complesse che ne limitano appunto l’impiego operativo. Sul problema sta lavorando ovviamente la Lockheed Martin, azienda produttrice degli F-35, che sta cercando di ampliare il range di operatività di queste straordinarie macchine volanti. Ma qual è la peculiarità che fa sì che l’F-35 sia davvero un caccia superiore a tutti gli altri presenti nelle varie forze aeree mondiali? E’ piuttosto complesso spiegarlo in toni divulgativi, ma è d’obbligo, ci proveremo. Innanzitutto, ricordando le belle scene di Top Gun, possiamo ovviamente tenere ben presente che la fatica maggiore per i piloti nei duelli aerei è quella di posizionarsi alle spalle del velivolo avversario, in modo da poter essere in grado di lanciare un missile o di utilizzare il cannoncino di bordo. In pratica, v’è bisogno che ci si metta in coda all’aereo nemico quasi perfettamente allineati, il margine massimo di tolleranza è un’angolazione di circa 20 gradi. Tutto questo viene molto facilitato nell’F-35, che non necessita di posizionarsi esattamente nella zona posteriore rispetto all’altro caccia con questo minimo scarto, ma può lanciare le proprie armi anche da angolazioni molto più alte rispetto alla coda dell’aereo avversario. Non pochi affermano che l’F-35 sia in grado di fare fuoco con precisione significativa ad una angolazione di tiro che va verso i 40 gradi, se non addirittura oltre. Ovviamente ciò trapela da varie fonti di addetti ai lavori in maniera assolutamente ufficiosa, il livello di segretezza è elevatissimo, il resto lo estrapolano gli analisti esperti del settore. Inoltre, il radar straordinario AN/APG-81, prodotto dalla Northrop Grumman, è in grado di scoprire un numero maggiore di obiettivi (in tutti gli scenari, aria-terra-mare), di selezionarli, di inviarne le direttive per eventuali attacchi anche alle forze di terra e a quelle navali, e di individuarli in maniera molto più veloce e selettiva rispetto ai radar installati sugli altri aerei. Esemplificando, è come se l’F-35 potesse individuare una mela di colore rosso scuro in un gruppo di 100 kg di mele di colore rosso chiaro, e questo ad una distanza doppia rispetto a tutti gli altri concorrenti, andiamo oltre i 70 km se non addirittura intorno ai 150 km. Inoltre è come se potesse evincere quali mele fossero migliori da mangiare, quali dovessero essere scartate perché marce e quali perché acerbe, e tutto ciò in poche frazioni di secondo. A ciò si aggiunge una bassissima tracciabilità radar e infrarossa, che lo rende appunto invisibile, ottenuta con tecnologie avanzatissime, basti pensare che per raffreddare le superfici dell’F-35 viene utilizzato lo stesso carburante dell’aereo, che attraverso un sistema complesso di circuiti passa sotto la struttura provvedendo ad abbassarne la temperatura dovuta all’attrito. E’ ora ufficiale che l’F-35 è anche abilitato al trasporto di ordigni nucleari, la notizia è recentissima, e nuovi contesti di combattimento si prospettano, anche con l’installazione del nuovo radar AN/APG-85 sui nuovi esemplari del cosiddetto Block 4. Insomma, ecco perché l’F-35 è, e resterà per molto, l’aereo più ambito, da possedere, da ostentare, da utilizzare, un po’ come un gioiello. Sul sito https://www.f35.com/f35/about/fast-facts.html, è aggiornata in tempo reale dalla casa costruttrice la situazione mondiale relativa a quest’aereo da guerra: a tutt’oggi sono stati consegnati 990 F35, cha hanno volato per complessive 811.000 ore di volo, basati in 44 nazioni, con 2.360 piloti e 15.600 specialisti manutentori. Un po’ come in un videogioco. Ma non lo è.