Tecnico e potente sul ring, poi protagonista di due film, l’amore per il nostro Paese e per la moglie italiana: il ritratto del Meraviglioso, uno dei più grandi
Hagler era nato a Newark, in New Jersey, il 23 maggio del 1954 e divenne campione dei pesi medi (in due categorie, la WBC e la WBA) nel 1980, dopo aver sconfitto a Londra l’inglese Alan Minter. Nel 1983 lo divenne in tutte e tre le categorie esistenti dopo aver battuto per KO Wilford Scypion. La boxe perde uno dei suoi campioni leggendari. Uno dei più grandi pesi medi della storia. E’ morto nella notte nel New Hampshire, come ha fatto sapere la moglie con un post sui social, senza dare ulteriori notizie sulle cause del decesso. Hagler fece una lunghissima gavetta. Arrivò a disputare il titolo mondiale dopo 7 anni di pugilato professionistico e ben 50 match. Ma quando salì sul trono vi restò imbattuto per sette lunghissimi anni, dal 1980 al 1987, con 12 difese del titolo. In quindici stagioni sul ring solo tre volte ne uscì sconfitto, ed ogni volta era stato un verdetto controverso. Mancino molto tecnico e potente, Marvin amava la battaglia e il suo volto pieno di cicatrici raccontava di una storia molto vissuta sul ring e piena di passione. Voleva essere chiamato ‘meraviglioso’, perciò aggiunse all’anagrafe al suo nome Marvin anche quello di Marvelous, appunto Meraviglioso . Sulla sua strada sono passati molti dei più grandi pesi medi della sua epoca, come Roberto Duran, ‘mani di pietra’, l’unico dei grandi che finì in piedi la sua sfida. E poi ancora Thomas Hearns, John Mugabi, Domingo Roldan: Hagler non si è mai tirato indietro, mandandoli tutti al tappeto. Resta nella memoria il match contro l’italiano Vito Antuofermo, era il 30 novembre del 1979: Hagler mancò l’assalto al titolo mondiale in una sfida memorabile in 15 riprese a Las Vegas, finita in parità. L’azzurro era il detentore del titolo e quindi lo conservò, ma finì il combattimento in una condizione terrificante, una maschera di sangue sul volto, gli ci vollero ben 70 punti di sutura. Al siriano Mustafa Hamsho andò meglio, appena 55 punti. Il titolo invece Marvelous se lo prese nel 1980 strappandolo al britannico Alan Minter, ‘occhi di ghiaccio’. Nel 1982 difese il titolo contro Fulgencio Obelmeijas al Teatro Ariston di Sanremo. Venne spesso in Italia, per un po’ visse anche a Milano, sua moglie era napoletana. Il Meraviglioso picchiava che era una meraviglia, potente e anche elegante. Preparava i suoi incontri con grande cura,meticoloso, aveva una concezione della boxe quasi religiosa, e quando si sentì tradito e derubato del titolo, lasciò il ring e non volle più saperne. nemmeno borse molto allettanti riuscirono a farlo recedere dalla sua decisione. La sua carriera finì il 6 aprile 1987 al termine del match contro Ray Sugar Leonard che i giudici diedero ai punti al rivale, ma con verdetto non unanime. Hagler se la prese tantissimo, non accettò mai quel risultato ritenendolo pilotato. E prese la decisione irrevocabile del ritiro, rifiutò ricche proposte economiche per una rivincita con Leonard, e si dedicò a fare il commentatore tv. Inoltre intraprese una breve carriera cinematografica (interpretò il personaggio di un marine nei film ‘Indio’ e ‘Indio 2’ e recitò al fianco di Terence Hill in ‘Potenza virtuale’). Il mito della boxe era un appassionato di calcio e tifoso della Sampdoria. Oggi la morte improvvisa.