Si parla spesso di femminicidio, femminismo, donne, e violenza, senza tener conto, in questa società, del fatto che l’ostacolo più grande non derivi solo dal genere maschile.
Le donne spesso non sembrano mostrare sensibilità nei riguardi di altre donne, e questo non deve essere considerato un tabù.
A tal riguardo, una fonte ripresa da chi, lavora nel settore giudiziario da anni, di una attrice, showgirl, conduttrice televisiva e infine, una testimonianza personale.
“Una mia assistita, vittima di una lunga storia di maltrattamenti subiti dal marito, aveva confidato le proprie sofferenze alle colleghe di lavoro. Queste dopo essere state chiamate a deporre dalla polizia giudiziaria hanno rimproverato la mia assistita per aver fatto il loro nome, riferendole che avrebbero parlato con il datore di lavoro affinché non le rinnovasse il contratto a tempo indeterminato. Esito di questa vicenda è stato il ritiro della querela da parte della donna, per evitare la perdita di lavoro”.
“Non vedo un problema nello sguardo degli uomini. Diciamo che la cosa che mi fa pensare è la cattiveria di certe donne, piuttosto. Invece di essere complici e solidali, a volte ti giudicano in una maniera così spietata da farti riflettere”.
Queste le parole di Vanessa Incontrada, a seguito della pubblicazione, di alcuni suoi scatti del suo corpo “mutato” dopo la maternità.
Dietro di me ci sono io…
Nessun uomo, cara amica, nessun padre, o marito. Ci sono io. Le mie paure, le mie insicurezze, le mie cadute e i miei continui fallimenti.
Nulla è facile. I sorridi che vedi mi sono costati, niente è un regalo.
Se credi che abbia avuto agevolazioni, ti rispondo che ho avuto la fortuna di essere supportata nella mia formazione, dalle persone più care che mi circondano. Ti dico che qualcuno ha creduto in me, quando io non sono riuscita a farlo. Investire nella formazione di un individuo è la più grande forma d’amore che possa esserci. Solo attraverso la crescita del singolo, che sia intellettuale o pratica, è possibile dare un contributo per il benessere e lo sviluppo della Comunità.
Non credere che sia mio marito il mio solo pilastro economico.
Non credere che sposarmi abbia significato perdere le mie radici, ripudiare il mio cognome. Io possiedo una mia storia, una mia indipendenza, la mia libertà.
Figlia di madri, casalinghe, operaie, io sto pagando il prezzo del riscatto.
Ho sentito per anni il peso del pregiudizio ricadere sulla mia persona, sul mio essere donna e quindi inferiore. Ma a ferirmi non sono stati uomini, bensì donne. Sulla scia di strade mai solcate, la solidarietà è sempre mancata.
In loro, il vuoto di non aver avuto la forza di essere altro, si è trasformato in un mostro capace di logorare l’anima da dentro, distruggendo e annientando chi ha tentato di percorrere un sentiero diverso.
La tenerezza è l’unico sentimento che posso provare per voi, donne e madri. Vi auguro di conoscere la felicità vera, la pace interiore e l’accettazione del vostro passato.
Vi auguro di raggiungere grandi traguardi e di sorridere anche per altri, perché la gioia più grande nasce dalla condivisione.
A salvarmi è stata l’istruzione, che oggi accompagnata dall’esperienza definisco cultura.
A salvarmi sono stata io, e continuo a farlo ogni giorno, quando per le più disparate e stupide motivazioni mi viene detto che sono una donna, e dovrei occuparmi di altro.
Cara amica, ho avuto il coraggio di dire che la cucina non è il mio mondo, che la maternità non è lo scopo della mia esistenza nonostante stia per diventare madre, ho avuto il coraggio di stringere i denti e di continuare nei miei studi, di vivere da sola in un’altra città per anni.
E questo senza curarmi di ciò che avrebbero potuto pensare gli altri di me, perché sono Io la priorità.
Ho trasformato la rabbia in parole e continuo a farlo, perché è l’unico strumento che possiedo per annientare la bassezza e trasformarla in forza, speranza. Guardare in avanti è l’unico obiettivo che mi prefiggo ogni giorno, per essere altro all’infuori di quello che qualcuna prima di me è stata “quasi” costretta ad essere.
Io sono trisavola, nonna, madre di mia madre e madre dei miei figli. Ho raccolto le loro storie, ho amato e odiato le loro condizioni e oggi, desidero essere la pura Libertà.
E continuo a dirmelo ogni mattina, quando mi alzo e una vocina piccola dentro di me, frutto di un eco esterno e malvagio, mi dice di non farcela. Continuo a dirmelo di notte, quando tutti dormono, mentre io sono sveglia in compagnia di un libro, alla sola luce di una lampada, me lo dico ora, che sto per dare al mondo una nuova vita, e le paure mi soffocano.
Non sarà facile amica mia, non lo è mai stato, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare.
Spero tu possa trovare la tua strada e correre, correre senza sosta, fino a spezzarti il fiato, perché la gioia di ogni singolo traguardo è incommensurabile. Puoi farcela, anche se non te lo dici abbastanza, anche se credi che sia il contrario.
Ritrova te stessa, e nulla più ti apparirà più per ciò che sembra, ma ciò che è realmente.
Perdono le tue offese che mi accarezzano leggere la pelle, per poi cadere e andate perdute.
Spero tu possa perdonare te stessa e incominciare ad amarti.
La strada da percorrere è ancora tanta, ma questo implica un Dovere universale e non di solo genere.
Fonti:
La Repubblica
Huffington Post