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Erano più di 22 anni che don Michele Perrone non celebrava la Santa Messa nella frazione di Puglietta, ove è stato parroco per circa 38 anni. Giunto giovane sacerdote nel piccolo borgo nel Comune di Campagna, ha da subito operato per tessere un’articolata rete di fedeli preparati e pronti anche a testimoniare nella vita di ogni giorno la loro fede, e a raccogliere la sfida del Concilio Vaticano II. Ha avviato una scuola materna, si è adoperato per l’apertura di un Ufficio Postale, ha dato impulso all’ultimazione della chiesa parrocchiale, allora solo alle prime fabbriche, ha promosso la formazione culturale e sociale, oltre che di fede. Terminati gli studi teologici presso la Pontificia Università Lateranense il sacerdote, nativo di Satriano di Lucania, ha conseguito poi la laurea in Filosofia presso l’Università “Federico II” di Napoli, con abilitazione all’insegnamento della filosofia, ma è restato sempre fedele alla sua attività di docenza della Religione cattolica. Tanti i momenti da ricordare, sarebbe impossibile elencarli, ma tra tutti i drammatici momenti del sisma del 1980 resteranno impressi. Il sacerdote fu assoluto riferimento per gli abitanti, cercò subito di contattare le varie autorità preposte anche ai soccorsi, verificò che nessuno fosse stato ferito, diede conforto e sostegno alla popolazione. Poi, dopo, vi fu la ricostruzione della chiesa, fortemente danneggiata, la tenacia, l’azione instancabile presso le istituzioni, l’accortezza nell’individuare le vie migliori per la difficile opera, e l’avvio dei lavori che portarono alla riattazione dell’edificio religioso con la partecipazione di tutti gli abitanti, di tutte le imprese, di tutti i tecnici della frazione. Si lavorò strenuamente, e Don Michele fu sempre la guida, che riuscì a far sì che la chiesa di Puglietta fosse la prima ad essere ricostruita tra tutte quelle del territorio comunale, anche grazie al contributo dei parrocchiani.

Don Michele Perrone ha svolto un ruolo significativo nel settore della scuola privata, dirigendo per tanti anni un importante Istituto parificato e di formazione anche per i docenti di sostegno, la sua testimonianza unica e straordinaria nel mondo della cultura lo ha portato a conoscere bene i tanti accademici del salernitano, e non solo, apprezzatissimo e stimatissimo. Al termine quasi della sua attività professionale, il sacerdote, sempre sostenuto dai suoi familiari, ha avuto un coraggioso nuovo cambio di impegno: in un viaggio in Brasile ove suo padre aveva lavorato per più di 35 anni, don Michele ha visto di persona le tragedie della povertà che colpiva soprattutto i bambini, e in modo particolare quelli diversamente abili, un cambio repentino nella sua vita, una decisione quella di fondare un centro assistenza per bambini brasiliani che si denomina Fondazione “Lucia e Giacomo Perrone”,a Jaboatao dos Guararapes, comune confinante con Recife, nello Stato del Pernambuco, lasciando un po’ tutti gli agi, tutto ciò che fino ad allora aveva creato. Ora, dopo circa 22 anni di meritoria ed insigne opera umanitaria in Brasile, don Michele tira le somme: circa 800 bambini a settimana assistiti in maniera gratuita, più di 30 operatori nel settore della terapia, anche neurologica ed odontoiatrica, ma si guarda ancora oltre, a circa 90 anni il sacerdote potentino ha ancora il cuore pronto a scegliere la via dell’amore, gratuito e disinteressato. Dopo aver ricevuto riconoscimenti e onorificenze dalle varie istituzioni brasiliane e italiane, don Michele, oggi sacerdote Fidei donum, ormai conosciutissimo nell’ambiente culturale e istituzionale del Brasile, ora intende guardare alla terra d’Africa, pensando forse di avviare un’azione di assistenza per bambini nella Repubblica Togolese. Un’altra sfida. L’incontro con la sua vecchia comunità a Puglietta, domenica 1 settembre, è stato davvero commovente. Tutti gli amici, i fedeli, coloro che sono stati formati da don Michele, si sono stretti intorno a lui in un abbraccio, virtuale e non. Nell’omelia don Michele ha sottolineato le motivazioni che lo hanno spinto ad intraprendere questa non facile opera, alla base di tutto il comandamento dell’amore senza il quale, ha affermato, la vita di ciascun uomo non ha senso, e “Dio è amore”, ha ribadito. Ha ringraziato tutti, in modo particolare il parroco, don Salvatore Nobile, e il diacono, don Vincenzo Pino, che hanno voluto ospitarlo per questo momento così intenso e toccante. Al sacerdote, all’uomo di cultura, all’amico, al filosofo vanno da tutti gli auguri più cari per altre mille primavere, nel segno della carità e dell’amore. Grazie don Michele.

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