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L’allievo supera il “Maestro”…

forse così non sarà mai tra Andrea Pirlo e Gian Piero Gasperini ma, questa sera, l’allenatore della Juventus ha di fatto messo i bastoni tra le ruote al tecnico di Grugliasco, sollevando la Coppa Italia.

Il risultato finale?

Uno a due in favore della Vecchia Signora.

La nota più lieta?

Certamente il grande ritorno del pubblico al Mapei Stadium, teatro della finale di Tim Cup 2020/2021.

4.300 gli spettatori a Reggio Emilia (20% della capienza) per il match che ha visto contrapporsi bianconeri e nerazzurri. Prima partita di calcio in Italia che prevede la presenza dei tifosi dopo il lockdown per l’emergenza Covid-19.

Parvenza di normalità e quiete dopo la tempesta, in attesa ovviamente della prossima stagione calcistica che sarà il reale trampolino di lancio per verificare e visionare il ritorno del pubblico negli stadi di tutta la nazione.

La Juventus alza al cielo la sua 14^ Coppa Italia: nessuna come lei, sono almeno 5 i successi in più di ogni altra squadra, addirittura 6 quelle vinte e conquistate dal totem bianconero per eccellenza, Gigi Buffon.

La Vecchia Signora questa sera ha giocato da Atalanta, ha tirato fuori gli artigli, almeno nella seconda frazione di gioco. Primo tempo ad appannaggio degli orobici, pericolosi con Pessina in apertura (dubbio il contatto con Rabiot), e Duvàn Zapata (sinistro a lato di poco).

3-4-1-2 canonico per la banda del Gasp, con Pessina alle spalle di Ruslan Malinovskyi e l’ex centravanti del Napoli.

Pirlo spiazza tutti sorprendendo gli addetti ai lavori: 4-4-2 alla ricerca di maggiore equilibrio e dinamicità, con McKennie e Federico Chiesa sugli esterni, e la coppia inedita Kulusevski e Cristiano Ronaldo a guidare il reparto offensivo.

E’ proprio il numero 44 svedese, a spaccare il match nella prima frazione di gara, grazie ad un sinistro chirurgico all’angolino, dopo una mischia furibonda, sul quale l’incolpevole Gollini non può nulla.

Goal del vantaggio bianconero che scuote letteralmente i bergamaschi che alzano i giri del motore, mettendo sul rettangolo verde la solita intensità…

il tutto condito dal canonico furore agonistico.

Pressione indemoniata che si traduce nel meritatissimo pareggio griffato da Ruslan Malinovskyi, poco prima dell’intervallo grazie ad una splendida azione: Freuler scippa palla a Bentancur nel cerchio di centrocampo, premia la sovrapposizione di Hateboer sull’out di destra, il quale scarica palla al limite dell’area di rigore per l’ucraino che…

prende la mira e spara.

Sinistro secco ed imprendibile per Buffon.

Seconda frazione che si apre all’insegna di una Juventus ben messa in campo, furente e vogliosa di emulare l’atteggiamente orobico.

L’obiettivo?

Vincere…che è l’unica cosa che conta.

La Dea cala alla distanza, si allunga inevitabilmente e la Juve prende coraggio e campo.

Kulusevski è in serata di grazia e si vede… vincente la carta giocata da Andrea Pirlo, tanto che il classe 2000 dispensa giocate da fenomeno e assist per i compagni, vedasi quello sfornato a Federico Chiesa in occasione del sorpasso bianconero, dopo che l’ex viola aveva colto un palo clamoroso.

Palla geniale del fattore K per l’esterno azzurro e palla in buca.

Match che non ha altro da aggiungere, l’Atalanta stanca, sparisce progressivamente dal rettangolo verde, la Juventus amministra in modo fluido e diligente.

Al 90′ è festa grande: esplosione di gioia della panchina piemontese, emozionante il tributo riservato a Gianluigi Buffon, all’ultima partita con la maglia bianconera.

Signori, la Juventus non muore mai…

Cocente la delusione in casa orobica.

FONTE FOTO: GETTY IMAGES/ SPORTMEDIASET






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