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Come donna zero, di Luisella Fiumi è oggi riproposto da Neri Pozza.
La prima edizione dell’ opera uscì nel 1974 e narra di una storia autobiografica.
“Quando lo sposai, il Bosi aveva un’ idea precisa della felicità coniugale. Partendo dal presupposto che lui era un marito perfetto, di quelli – d’altronde molto rari- capaci di rendere felici una vastissima gamma di mogli, per non dire tutte, pensava che fosse inevitabile avere come contropartita una moglie imperfetta (e per questo si era orientato verso un tipo come me) con requisiti fisici, però, ben determinanti”.
Luisella Fiumi nasce a Milano nel 1924, vive per molto tempo a Trieste dove si laurea e intraprende la carriera di giornalista presso il quotidiano “Il Piccolo”.
Si sposa con un collega, Gaetano Tumiati (redattore capo dell’ ” Illustrazione italiana” e poi inviato per “La Stampa”).
Torna a Milano, dove incomincia a scrivere, ma intanto diviene moglie e poi madre di due gemelle.
È proprio questo incrocio di ruoli il fulcro dell’ opera.
L’ essere allo stesso tempo una donna, che ha dei doveri, per la società dell’ epoca, ma anche una persona moderna ed emancipata con una professione da svolgere.
Che cosa ci si aspetta da una donna? A Luisella è molto chiaro che cosa ci si aspetti da lei. Dev’essere moglie, figlia, madre, padrona di casa. Sé stessa, insomma, ma sempre in relazione a qualcun altro. Primo fra tutti il Bosi, al secolo Gaetano Tumiati, il marito perfetto di una moglie imperfetta che ha scartato decine di donne per scegliere lei. Il Bosi che non si dispiace dell’intelligenza della moglie, purché questa non mini le sue verità assolute. Il Bosi a cui piace avere accanto una donna con una propria dimensione lavorativa, se questa non implica ritardi o inefficienza nella gestione casalinga. Nella vita di Luisella non mancano una madre dalle certezze granitiche e dai poderosi slanci, una donna piena di preconcetti e di incoerenze, che ha ritenuto opportuno sconsigliare al Bosi di sposarla. E due figlie gemelle, ovattate e allegre, impegnate e ribelli, educate con le migliori intenzioni e contro tutte le avvertenze degli psicologi.

«Luisella Fiumi con la leggerezza di chi sa dire, raccontare, scrivere cose complicatissime facendo finta che siano lievi come un sorriso, toglie la maschera agli schiavi dei doveri borghesi di quella-questa Italia».

Foto presa dal Web

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