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Lunedì 16 settembre dalle ore 15.00 alle ore 19.00 presso NEXT – Nuova Esposizione Ex Tabacchificio SAIM nel Borgo di Cafasso a Capaccio – Paestum (Sa), si tiene la seconda tappa di “Territori in tour – Turismi, logistica e sostenibilità nelle piattaforme territoriali dell’Horeca”, iniziativa promossa dal CDA (Consorzio Distributori Alimentari) in collaborazione con l’azienda di distribuzione Bevande Vitantonio.

L’obiettivo dell’incontro è di condividere con gli operatori Horeca, dei servizi turistici, delle istituzioni locali e delle rappresentanze di settore, i risultati di un’attività di ascolto e ricerca territoriale affidata al Consorzio Aaster finalizzata a delineare l’evoluzione di un settore sempre più rilevante nel determinare le traiettorie dello sviluppo economico, sociale e urbano del territorio del Cilento.

All’incontro, oltre ad un panel di operatori del settore Horeca attivi nel Cilento, interverranno tra gli altri:

– il direttore del Cda Lucio Roncoroni;

Antonietta Di Stasi, titolare di Bevande Vitantonio;

Aldo Bonomi, fondatore e direttore del Consorzio Aaster;

Ernesto Pappalardo, direttore di Salerno Economy;

Giovanna Truda, docente Università degli Studi di Salerno;

Carmine Farnetano, coordinatore GAL Casacastra;

Marianna Iannone, presidente Coop ArcheoArte;

Rosario Pingaro, Ceo Convergenze Spa;

Andrea Volpe, consigliere Regione Campania.

All’interno dei diversi sotto-sistemi campani, il Cilento, area storico-naturale posta ai margini meridionali del cuore della piattaforma turistica partenopea e il prolungamento amalfitano, rappresenta un contesto emergente alla ricerca di un posizionamento più strutturato nel quadro della progressiva articolazione dell’offerta turistica campana in ascesa.

L’area cilentana, formata da una rete di 80 piccoli e micro comuni con 150.000 abitanti e pochi centri urbani significativi (Agropoli, Vallo della Lucania e Sapri), rientra storicamente in quelle che Manlio Rossi Doria denominò a suo tempo “aree dell’osso” del Mezzogiorno, ovvero a margini dei processi di sviluppo industriale, contrapposte a quelle della “polpa”, geograficamente corrispondenti alle aree costiere dell’industrializzazione fordista. Ed in effetti anche i 130 Km di coste del Cilento sono da tempo abbastanza valorizzate sotto il profilo turistico, ancorché, almeno ai suoi albori, secondo logiche di investimento esogene, sostanzialmente concentrate in alcune specifiche località, con il contorno dei ritornanti estivi nelle case di famiglia, fortemente legate alla stagionalità balneare.

Questo modello periferico e marginale negli ultimi anni ha sperimentato alcuni cambiamenti significativi, almeno sotto il profilo della proliferazione e dell’auto-propulsività di attività riconducibili alla filiera Horeca e, almeno in parte, alle connessioni con le produzioni tipiche delle aree dell’entroterra montano, peraltro decisamente sfavorite sotto il profilo della dotazione infrastrutturale di prossimità, dei servizi logistici e dei collegamenti rapidi di accesso dall’esterno.

Le difficoltà demografiche, ancora persistenti, per quanto meno evidenti rispetto al passato delle grandi emigrazioni, convivono con percorsi di qualificazione dell’offerta turistica ed eno-gastronomica, facendo leva sui lasciti di una marginalità che prova a farsi “centro” mettendo a valore il vasto capitale ambientale e il multiforme capitale culturale, supportato da nuove leve di restanti e ritornanti che investono su progetti di vita incardinati su una rinnovata operosità, che si compone di cultura dell’accoglienza, di capacità di fare narrazione storico-culturale e di qualificazione enogastronomica.

Ad accompagnare questo tentativo di crearsi opportunità di sviluppo sostenibile una cornice istituzionale debole, con le dovute eccezioni dei sindaci, delle comunità montane e del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, della rete dei GAL e delle BCC, dell’associazionismo volontario incardinato sulle Pro Loco.

Temi complessi per i quali non esistono risposte semplici e preconfezionate. L’incontro di Capaccio Paestum vuol essere una piccola occasione per comprendere sfide e opportunità del settore, per contribuire ad alimentare un patrimonio comune di saperi e conoscenze territoriali e provare ad assumere “una coscienza di luogo” adatta ai tempi del turismo come flusso globale, per la quale è importante contribuire alla costruzione di uno spazio di rappresentazione territoriale e di visione di un futuro condiviso.

Il CDA, che raggruppa un centinaio delle principali imprese di distribuzione di bevande presenti in Italia, porta avanti ormai da oltre un ventennio una serie di attività rivolte ai soci orientate a renderli sempre più competenti e consapevoli dell’ambiente nel quale essi operano, offrendo occasioni di crescita professionale e imprenditoriale rispetto alle grandi sfide della managerializzazione, della digitalizzazione, della sostenibilità e dell’economia circolare, della responsabilità sociale d’impresa.

Nell’ambito delle celebrazioni del 35° anniversario dalla fondazione avvenute nello scorso anno, CDA ha deciso di promuovere per il 2024 un piccolo itinerario territoriale nell’ottica di ascoltare, apprendere e condividere con operatori della filiera Horeca, esperti e rappresentanti delle istituzioni locali, riflessioni e iniziative utili a rendere i territori più competitivi e coesi, partendo dal punto di vista di chi presidia l’ultimo miglio della distribuzione di bevande nel settore Horeca. Lungo questo itinerario, che si snoderà lungo tutto la penisola, il CDA è accompagnato dal Consorzio Aaster, diretto e fondato da Aldo Bonomi.

L’Horeca, settore praticamente inesistente nell’Italia degli anni ’90, è ritenuto oggi il tondino di ferro del loisir post-pandemico, intorno a cui si ridefinisce la socialità e il valore economico dei territori, di cui la complessa figura del turista è uno dei riferimenti centrali. L’esito delle trasformazioni dell’Horeca e del turismo oggi non si giocano “solo” sul registro della capacità di incorporare innovazione dentro le mura dell’impresa, ma passano anche dalla consapevolezza e dalla capacità delle imprese di partecipare nell’attrezzare il campo fuori dalle mura dell’impresa nell’intento di contribuire a rendere sostenibile nel medio e lungo periodo la crescita di un settore che deve preservare le risorse territoriali sulle quali si regge: risorse umane e professionali, risorse ambientali e patrimoni culturali, centri storici, sistemi di mobilità e di gestione dei servizi urbani. Operare nel settore turistico, oggi più di ieri, significa posizionarsi, come imprese, filiere e sistemi locali, all’intersezione tra relazioni di mercato e relazioni sociali più ampie.

Un incontro utile a mettere in rete le varie realtà del territorio per un rilancio compatto e coeso dell’intero settore Ho.Re.Ca del Cilento.

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