Audrey Hepburn: nascita ed esordio
l 4 maggio 1929 nasce sotto il segno del Toro a Ixelles, in Belgio, Audrey Hepburn. Suo padre, un inglese impiegato in una compagnia di assicurazioni britannica, aveva sposato in seconde nozze Ella van Heemstra. Il cognome originario dell’attrice era in realtà Ruston, che poi aveva aggiunto Hepburn, quello della nonna materna. La coppia poi divorzierà e Audrey subirà un duro colpo: più volte ha raccontato di quanto è stato difficile crescere senza il padre che aveva deciso di allontanarsi e lo aveva ritrovato anni dopo aiutandolo anche economicamente.
La madre, invece, con la figlia e gli altri due avuti dal precedente matrimonio, va in Olanda dove Audrey studia danza e frequenta il conservatorio.
Quando i tedeschi arrivano ad Arnhem e quando poi scoppia la guerra, la Hepburn cambierà il suo nome in Edda van Heemstra, per non dare troppo nell’occhio a causa del suono anglofono del cognome. I tempi sono difficili per tutti, e l’attrice ha vari problemi di salute. Al suo 16esimo compleanno, l’Olanda viene liberata e nel 1948 Audrey si trasferisce a Londra dove prende lezioni di danza anche se, le spiegano, ha poche probabilità di diventare una ballerina famosa data la sua altezza (un metro e 67) e la malnutrizione sofferta. Quindi la decisione di giocare la carta del cinema e la prima occasione è un documentario educativo a cui fanno seguito dei musical e la commedia.
Il primo ruolo importante per il grande schermo è del 1951, nel film di produzione britannica “One Wild Oat”, ma tutti la ricordano per altre sue interpretazioni successive: “Vacanze romane” (1953), “Sabrina” (1954), “Guerra e pace” (1956), “Colazione da Tiffany” (1961), “Sciarada” (1963), My Fair Lady (1964).
Sofisticata, elegante, iconica. Vinse l’Oscar come miglior attrice alla sua prima interpretazione cinematografica e da quel momento molti importanti registi si inchinarono di fronte ad una composta, ma eccezionale bravura. Oggi si celebra l’anniversario della nascita di Audrey Hepburn, regina indiscussa del cinema degli anni ‘50 e ‘60 e modello che riecheggia di continuo nella memoria collettiva. Grazie al suo talento, prima da ballerina e poi d’attrice, seppe riscattarsi da un momento storico buio, quello governato dal regima nazista, per diventare una delle interpreti più apprezzate di tutti i tempi.
Estroversa di fronte alla telecamere, contrariamente a come si definiva nella vita reale. Occhi da cerbiatto, capelli raccolti in un toupet alto e porta sigarette che sfiora le labbra semichiuse: questa l’immagine onnisciente grazie alla quale le ultime generazioni continuano a conoscere Audrey Hepburn. Il film “Colazione da Tiffany” la rese popolare in tutto il mondo, seppur le pellicole che la incoronarono miglior attrice furono altre. Nel corso della sua vita seppe brillare sia di bravura che di altruismo, come testimonia l’impegno da ambasciatrice dell’UNICEF e i premi ricevuti per il lavoro umanitario negli anni che precedettero la sua scomparsa, avvenuta nel 1993 a soli 63 anni.
Audrey Hepburn: l’ascesa di un’attrice promettente
Dopo il fortunato esordio recitò accanto a Humphrey Bogart nel film di Billy Wilder “Sabrina“. Sul set conobbe lo stilista Givenchy, che seppe esaltare la sua naturale eleganza, prendendosi cura di ogni dettaglio sartoriale. Grazie alla sua interpretazione ricevette la seconda nomination agli Oscar come miglior attrice, ma questa volta la statuetta andò a Grace Kelly. La sua carriera ebbe un rapido decollo e nel 1954 Mel Ferrer, che sarebbe diventato poi suo marito, la volle nel ruolo principale della piece teatrale “Ondine“. Il lavoro sul palcoscenico fu ripagato da un Golden Globe e un Tony Award. Nel 1957 Audrey ebbe la grande occasione di mostrare le sue doti da danzatrice nel film di Stanley Donen “Cenerentola a Parigi“, in cui ballò insieme a Fred Astaire.
Sempre nello stesso anno tornò a recitare diretta da Billy Wilder in “Arianna“, mentre nel 1959 stupì la critica con “La storia di una monaca“. Il film diretto da Fred Zinnermann ebbe un gran successo e Audrey fu nominata agli Oscar, vinse un BAFTA, un New York Film Critics Circle Awards, un David di Donatello e il premio come miglior attrice al Festival di San Sebastian. Allora la fama della Hepburn non ebbe più confini e nel 1961 arrivò “Colazione da Tiffany“, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Truman Capote. Le note di “Moon River” portarono più che bene e la Hepburn si ritrovò con un’altra nomination agli Oscar e con il secondo David di Donatello come miglior attrice straniera.
Audrey Hepburn: l’ultimo capitolo di una straordinaria carriera
A quello che ormai è un classico del cinema seguì “Sciarada” di Stanley Donen, regista con il quale lavorò anche nel 1967 in “Due per la strada“, pellicola per la quale fu nominata ai Golden Globe. Nello stesso anno partecipò alla kermesse anche per “Gli occhi della notte“, candidata come miglior attrice drammatica. Nel 1969 si sposò per la seconda volta con lo psichiatra italiano Andrea Dotti, da cui ebbe Luca. Fino al 1976 decise di dedicarsi alla famiglia, per poi ritornare accanto a Sean Connery in “Robin e Marian“. Nel 1981 fu protagonista nella commedia “...e tutti risero“, mentre l’ultima apparizione sul grande schermo avvenne nel film di Steven Spielberg “Always – Per sempre” nel 1988. Titolo che, casualmente, ben riassume il tempo in cui Audrey Hepburn continua a vivere per i fan, quello dell’eternità.
Gli anni Settanta e Ottanta li trascorre lontana dal set per dedicarsi alla famiglia. In tutto si è aggiudicata due Oscar, tre Golden Globe, un Emmy, un Grammy Award, quattro BAFTA, due premi Tony e tre David di Donatello.
Morì nel 1993 a Tolochenaz, in Svizzera.