La vittoria di domenica scorsa contro il Milan è stata importantissima nell’economia della stagione partenopea. Inutile negarlo, la rete di Politano nel suo ex stadio, contro l’avversario preferito della sua vecchia Inter, ha contribuito ad innalzare l’autostima in una momento davvero critico. Serviva una svolta e la svolta, puntualmente è arrivata.
Quella dell’Olimpico è una gara monocorde, dall’inizio sino alla fine, frutto di un pressing asfissiante che ha relegato i giallorossi nella propria metà campo nei primi venti minuti, senza dare tregua alla manovra dei padroni di casa. Il goal di Mertens arriva, nonostante tutto, su punizione. Un episodio che gli azzurri sfruttano alla perfezione, belga che ritrova la rete da calcio piazzato ed una forma fisica che certamente migliorata dopo precedenti prestazioni disastrose (Sassuolo, Bologna e Milan).
Il Napoli legittima il predominio tattico e territoriale del rettangolo verde con una pennellata di Lorenzo Insigne, folletto azzurro che pesca Politano nelle vesti questa volta di uomo assist nuovamente per Dries Mertens. Ed è 0-2, uno-due mortifero e segnale di una gara già in discesa per i discepoli di mister Rino Gattuso.
Il secondo tempo offre, però, un quadro generale completamente diverso delle due compagini: la Roma torna in campo in maniera sfrontata, sfacciata tanto da sfiorare la rete dell’1-2 con Pellegrini in ben due occasioni. Gli ingressi dalla panchina non mutano, però, l’inerzia del match che resta in favore dei partenopei. Solo Villar si rende pericoloso con una percussione centrale abbastanza insidiosa.
Gattuso getta nella mischia anche Manolas e Lozano nella ripresa, dando spazio ad entrambi per garantire un primo avvicinamento al campo dopo l’indisponibilità dell’ultimo periodo. Osimhen entra con la garra giusta ma deve certamente affievolire il suo spirito da guerrafondaio e mantenere un atteggiamento più cauto. Non è la prima volta che vediamo il nigeriano invischiato in risse cui potrebbe fare a meno.
Gli uomini di Fonseca hanno totalizzato solamente 3 punti sui 27 disponibili nei fatidici scontri diretti in Serie A, un elemento inequivocabile per disegnare la difficoltà nel confrontarsi con squadre di spessore elevato e/o di pari livello. Troppi i passi falsi per potersi nascondere dietro alibi quali la stanchezza causa Europa League. I capitolini non sono stati all’altezza delle prime sei di campionato, questa è la dura realtà che emerge da dati e statistiche.
Rammarico ed entusiasmo costellano le strade dei due tecnici che possono comunque gridare con certezza di poter guidare due grandi club. Alla Roma non resta che cambiare rotta e sperare in un passo falso delle altre.
Il leitmotiv che lega l’ultima analisi di giornata è quello relativo alle assenze nelle due squadre. Ancora ai box, tra le fila giallorosse Veretout, Mkhitaryan e Zaniolo, gli azzurri stanno invece recuperando prezzi pregiati.
Non che sia un alibi per due rose tanto ampie e complete nei vari reparti, ma in una stagione colma di impegni a distanza di tre giorni l’uno dall’altro, una piccola dose di giustificazioni rientra a pieno titolo nelle valutazioni generali del rendimento di ogni squadra.
Il Covid-19 ha stravolto le abitudini di tutti noi esseri umani e, allo stesso modo, il corpo degli atleti quest’anno è stato continuamente sottoposto a variazioni e stress di vario genere. Una stagione, quella precedente, che si è conclusa ad inizio agosto per poi ripartire subito a metà settembre.
Uno scenario critico e dispendioso ai massimi livelli per professionisti di qualunque sport.