Ebbene si! Nel bel Paese, dove oltre alla giusta normativa sulla quantità di alcol che possiamo assumere per non insorgere a nessun tipo di sanzione o problematica legislativa, se non che principalmente per la nostra salute, è ben presente un regolamento sulla modalità di pubblicizzazione delle bevande alcoliche, cosa e quando è possibile farlo.
La prefazione generale che deve informare la comunicazione commerciale in materia di bevande alcoliche è quello di preservare l’interesse della pluralità in modo che tutte le persone, ed in particolare adolescenti, abbiano una vità sociale e in famiglia tutelata dalle conseguenze legate all’eccesso di alcol, ove il legislatore ha ipotizzato delle norme a tutela della loro esposizione a messaggi potenzialmente non idonei e nocivi.
Come? è chiaramente vietata la pubblicità delle bevande contenenti alcol nei luoghi frequentati da minori di 18 anni, e oltremodo la promozione mediatica nella fascia oraria pomeridiana.
Il Giurì, ente preposto al controllo di tali normative, ha inoltre offerto dei punti di riferimento concreti in relazione alla concreta esecuzione dei principi contenuti nelle regole di pubblicità.
Senza poter citare nessuna casa produttrice, esempio fu una storica pubblicità di birra agli inizi anni 2000, dove il prodotto alcolico veniva prima elargito a piccoli zampilli, poi con una fontana e successivamente per inondazione di una cascata, chiaro emblema di un’ induzione al consumo smoderato della bevanda.
Leggi che ci sembrano alquanto restrittive ai nostri occhi ma che nulla hanno a confronto con l’ultimo emendamento della magistratura francese, la quale ha costretto il colosso Meta Group (Facebook e Instagram per intenderci) ad eliminare i contenuti di circa una ventina di influencer di spirits e vino con un seguito di oltre 5 milioni di followers.
Pare che la Legge di Evin (approvata nel 1991) preveda il divieto di sponsorizzazione di vino e alcolici nei cinema, in Tv e manifestazioni sportive. La pubblicità va intesa come pura informazione e non deve evocare socializzazione e feste.
Ancora non risultano chiare le regole che verranno applicate in futuro per i giovani influencer, ma Meta da parte sua afferma di aver applicato le cancellazioni ordinate dal tribunale, sottolineando però che la sentenza non è definitiva e che è stato avviato un processo di appello in merito.
Sulla base di un mondo in continua evoluzione e chiari stravolgimenti, resteremo spettatori del risultato finale. Risultato che darà ragione ad una tradizione politica conservatrice o aprirà lo scenario ad una nuova modalità di osservare la comunicazione “alcolica” ?