Benevento, Monte Serrato. Ai piedi della montagna, vi era un rudere, arrivato ad essere tale a seguito del terremoto dell’Irpinia del 1962. Rudere però che è rimasto fonte di ispirazione per un costruttore edile napoletano, tale Cavalier Francesco Zecchina, che decide di sistemarlo. Appassionato di vini, il Cavalier Francesco Zecchina aveva un progetto per quel rudere in quella magnifica zona nel Sannio: nasce così nel 1973 l’azienda “Tecnoagricola az. agr. Srl” ©Monserrato1973.
Mentre il tabacco veniva commercializzato, l’olio e il vino, venivano principalmente consumati in famiglia e regalati ad amici e parenti, fino al punto in cui, dopo un periodo di transizione alla fine del quale vede conduttrice aziendale Paola, figlia di Francesco e suo figlio Lucio, ©Monserrato1973 può dire di vantare un’eccellenza produttiva vinicola campana.
Con l’arrivo di Paola e Lucio l’azienda ha iniziato un processo di ristrutturazione a partire dalla materia prima, infatti sono stati introdotti vitigni autoctoni, è stata ampliata la superficie olivicola ed è stata sostituita la coltivazione del tabacco con coltivazioni di tipo biologico. Oltre le coltivazioni di ceci e faglioli del beneventano, è stata introdotta anche un’antica varietà di grano duro, il grano saragolla (termine con cui si intende proprio il grano duro), a chicco giallo, presente in Italia sin dal 400 d.C., e grazie al quale in azienda ad oggi si produce una linea di pasta da grano duro saragolla 100%.
Ma è in contrada La Francesca, verso Pietrelcina, che si sviluppa la superficie su cui si allevano i vigneti di ©Monserrato1973. I suoli sono di calcare e tufo con argille multicolore e tutte le vigne sono state impiantate con orientamento dei filari a mezzogiorno, favorendone così l’esposizione migliore. Questi aspetti riescono a donare al vino un carattere unico, delicato ma determinato.
Nell’ottica aziendale basata sul rispetto per la natura e sulla naturale espressione della biodiversità, si producono tre vini: una Barbera del Sannio DOP, una Falanghina e un Aglianico.
Questa volta ci soffermiamo sulla Barbera, bevuta qualche giorno fa in un posto che a me piace tantissimo e di cui poi vi parlerò magari.
La Barbera del Sannio DOP di ©Monserrato1973, detta anche “Camaiola” nasce da un unico vigneto aziendale di 25 anni. L’uva vendemmiata a fine settembre viene raccola a mano, diraspata, i soli acini integri vengono pigiati sofficemente e poi il tutto viene trasferito in serbatoi d’acciaio inox per la fermentazione che è spontanea. Si susseguono continui rimontaggi giornalieri. Sono previsti circa 8/10 giorni di macerazione sulle bucce, svinatura, decantazione, travasi, segue poi la malolattica. L’affinamento avviene in parte in acciaio per circa 2 mesi e in parte in terracotta per circa 6 mesi. Imbottigliato nella primavera della vendemmia successiva.
La mia bottiglia, vendemmia 2019, FA-VO-LO-SA.
Barbera del Sannio (Camaiola) 100%, a circa 290 m.s.l.m..
Rosso rubino intenso con sfumature violacee, carnale. Questa consistenza tale abbastanza da far formare gli archetti che adoro e che portano fin sopra al bordo del calice gli aromi di cui il vino è intriso. Aromi di frutta, di fragola, di frutti di bosco, fragolina di bosco, tutta frutta pronta per essere mangiata, ognuna col il proprio punto di maturazione perfetta; poi i fiori, la violetta, il ciclamino; e poi arrivano gli agrumi, la scorza d’arancia; e poi le spezie, il pepe nero; e poi…poi in bocca il vino esplode in un sentimento di gloria, gioia, e nostalgia per doverlo prima o poi finire. Sapido, fresco, un tannino che è una carezza decisa e pulita, in retronasale estasi di percezioni, tutte le precedenti si incontrano li. Un vino succoso, ed estremamente equilibrato.
Ho scoperto questo vino, ora lo adoro.
Fonte immagine di copertina: pagina Instagram aziendale “monserrato1973”.