La notizia era nell’aria, ma l’ufficialità la rende ancor più straziante. Gianluca Vialli è scomparso a Londra la notte scorsa, tra la mestizia e lo sconforto generale della sua famiglia, ma anche dell’intero mondo pallonaro.
L’Europa piange dunque l’addio di un “UOMO”, di un gentleman, nel senso più pregevole e nobile del termine, a pochi giorni dagli addii di Sinisa Mihajlovic e di Edson Arantes do Nascimento, meglio noto semplicemente come Pelè.
Prima la carriera da calciatore con le maglie di Cremonese (squadra della sua città), Sampdoria, Juventus e Chelsea, poi l’incredibile avventura vissuta al fianco di Roberto Mancini (fratello d’adozione) al timone della Nazionale Italiana, celebre a tal proposito l’abbraccio tra i due ad Euro2020, in virtù del magico trionfo degli azzurri.
Cuore nobile e valori di altri tempi, questi senza dubbio i must della vita di Gianluca, vita indiscutibilmente costellata da soddisfazioni e gioie dall’inestimabile valenza.
Ammirato e stimato in tutto il mondo, è riuscito, nel corso degli anni, ad essere quel collante tra vecchie e nuove generazioni, motivo per il quale, il suo ricordo resterà impresso nella mente degli amanti di questo sport, ma non solo.
Fatale un tumore al pancreas, malattia apparsa per la prima volta nel 2017 e che, di fatto, nel corso di questi lunghi, interminabili 5 anni, non ha dato tregua, respiro al fuoriclasse italiano.
“La vita è fatta per il 20% da quello che ti succede, ma per l’80% dal modo in cui tu reagisci a quello che accade”…
Ci piace ricordarlo così,
Addio Gianluca.
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