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ABC Napoli: un modello virtuoso di gestione pubblica dopo la vittoria sul referendum contro la privatizzazione dell’acqua 

di Carmine De Nardo

Il modello di gestione pubblica ecologica e partecipata, sperimentato per la prima volta a Napoli con la trasformazione del gruppo Arin spa in ABC Napoli (Acqua Bene Comune), esce trionfatore da una lunghissima vertenza alla Corte dei Conti conclusasi pochi giorni fa in appello. Il prof. Ugo Mattei, promotore del referendum popolare sull’acqua pubblica, primo presidente di ABC Napoli fino al novembre 2014, ha risanato il sistema dell’acquedotto di Napoli rendendolo più efficiente e generativo, evitando fallimenti e salvaguardando tutti i lavoratori. Un modello virtuoso di gestione partecipata che non è piaciuto alla Corte dei Conti della Campania che lo ha condannato in prima grado a pagare oltre 800 mila euro per danno erariale con dolo, non avendo licenziato 200 lavoratori e non avendo fatto fallire le aziende controllate”. Mattei, dopo il ricorso in appello, dove, finalmente, pochi giorni fa ha ottenuto quella che lui stesso definisce: “Una meravigliosa assoluzione da parte della Corte dei Conti di Roma con una sentenza durissima verso i suoi accusatori”, è riuscito a spuntarla. Un lieto fine al termine di un calvario giudiziario durato dieci anni. Dal 2014, infatti, Mattei ha vissuto con questa spada di Damocle sulla testa. Ma oggi, purtroppo, nonostante l’assoluzione, questo uso abusivo del diritto per scopi politici è servito comunque a fermare sul nascere esperienze simili di gestione pubblica dell’acqua in altri comuni italiani nel silenzio dei mass media. Una questione ampia e complessa, che non riguarda solo l’acqua ma tutti i beni ed i servizi di interesse pubblico come, per esempio, la Rai che dal 25 agosto del 2025, grazie al regolamento europeo, dovrà diventare indipendente dalla politica.

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