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Metti una domenica stramba, in cui tutto scorre velocemente senza un nesso causale.
Metti che fa ancora freddo, ma c’è il sole.
Metti che d’improvviso ti vien voglia di bere un buon vino.

Non ci resta che fare un piccolo viaggio.
Andiamo in Sicilia, la terra delle meraviglie.
Natura, persone, un matrimonio perfetto tra arte, storia, tradizione e innovazione.

Andiamo, con l’immaginazione (per ora) da Arianna Occhipinti, una giovane enologa che da zero, ha dato vita ad una delle più belle realtà vitivinicole italiane: “Azienda Agricola Arianna Occhipinti“.

Ci troviamo in provincia di Ragusa, lungo la Strada Provinciale 68, che da Vittoria porta verso nord.

Scorcio sulla SP68 che da il nome al vino di Arianna Occhipinti
(fonte: pagina Instagram di Arianna Occhipinti)

L’Azienda Agricola Arianna Occhipinti opera in regime biologico, non c’è alcun intervento chimico. Siamo ad un’altitudine di 280 m.s.l.m., in terreni sabbiosi di media consistenza di natura calcarea. Circa venti ettari vitati, suddivisi tra le contrade di Bombolieri, Bastonaca e Pettineo.

Scorcio su Contrada Pettineo
(fonte: pagina Instagram di Arianna Occhipinti)

Leggo di lei, di Arianna, e del suo rapporto carnale con la sua terra, delle sue radici profonde, che arrivano al cuore della terra, ed anche al cuore di chi beve i suoi vini.

Oggi beviamo un vino strepitoso.
Terre Siciliane Rosso IGT “SP68” vendemmia 2020: 70% Frappato di Vittoria, 30% Nero D’Avola.

La vendemmia è avvenuta tra l’ultima settimana di settembre e la prima decade di ottobre, la fermentazione è spontanea con lieviti indigeni in cemento, 15 giorni di macerazione sulle bucce con rimontaggi e follature giornaliere. Affina 6 mesi sempre in cemento e 1 mese in bottiglia. Non fa filtrazione.

Terre Siciliane Rosso IGT “SP68” vendemmia 2020.

Apriamo la bottiglia e versiamo il vino nel calice. Un colore meraviglioso, questo rosso scarlatto, ci incanta. Al naso ci inebriano gli odori di piccoli frutti di bosco, la fragola, e poi i chiodi di garofano e qualche ricordo di erbe aromatiche, ricordo di “terra”. In bocca il sorso è davvero tanto piacevole, fresco, delicato, equilibrato. Un vino fine che non stanca. Ogni sorso ne chiede un altro e poi un altro e poi un altro. E poi serve un’altra bottiglia.
Io ci ho sentito tanta sincerità in questo vino, concretezza.

L’essenza al calice della Sicilia.

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