“Se potrò impedire a un cuore di spezzarsi,
non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena,
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido,
non avrò vissuto invano.”
EMILY DICKINSON
La pandemia ha messo a dura prova la vita di ciascuno. La normalità ha perso il suo valore, o in fondo lo ha recuperato, perché tutto quello che si definiva banale, adesso ha assunto un peso maggiore. Uscire, andare al bar, stare in compagnia, godere della presenza degli affetti nel quotidiano, sorridere davanti a una tazza di caffè, toccarsi, e salutarsi con un abbraccio.
Nel giro di pochi mesi tutto è mutato. Mesi che hanno racchiuso quasi il tempo di un anno. Paura, morte, crisi economica, aumento della soglia di povertà, numero di contagi, le uniche parole con le quali si è convissuto fino ad oggi.
Uno scenario desolante e fonte di instabilità.
Un virus che è stato capace di fermare l’intero universo.
Eppure, la speranza, la voglia di ricominciare non smette di albergare nei cuori dell’umanità. Insito nell’animo dell’uomo, c’è una forza innata che lo spinge ad aggrapparsi alla vita, a credere che qualcosa di buono prima o poi, arriverà.
E allora, le lancette ferme di questo strano orologio riprendo da qui: da questa testimonianza.
Il segretario provinciale UNARMA (Associazione Sindacale Carabinieri) di Benevento, Carolla Giovanni insieme al proprietario del Pub Spatenhaus, Giuseppe Massimo hanno donato beni di prima necessità e mascherine alla Chiesa di San Carlo d’Arena di Napoli in via Foria, rappresentata da Padre Mario Taurino da sempre un punto di riferimento per la sua comunità.
Il mondo sta riprendendo a camminare, anche se a piccoli passi, desidera tornare a vivere come prima. Ed è solo con il contributo di donne e uomini capaci di queste piccole azioni, che la ripresa potrà essere più facile per tutti.
Senza lasciare indietro nessuno e tendendo la mano a chi si è riscoperto fragile, perché vivere in virtù del prossimo, in fondo è un dover-essere posto nella natura di ogni individuo.