Una proposta interessante arriva da Daniele Adani, ex difensore di Brescia, Fiorentina e Inter che attraverso una diretta social ha espresso la propria opinione a riguardo delle difficoltà delle leghe inferiori, in particolare quelle dilettantistiche.
“Dobbiamo rispettare e dare un abbraccio al calcio dilettantistico – ha dichiarato Adani -. Perché l’anno scorso ‘i nostri colleghi’, perché tutti abbiamo iniziato da lì, erano 365.034 nelle varie categorie dilettantistiche mentre 680.531 erano i giovani delle scuole calcio o settori giovanili dilettantistici. Quindi, per la stagione 2019/2020 il totale di iscritti è stato di 1.045.565, oltre un milione di persone che fa parte di questo grande ed importante mondo.
L’unico modo per salvare il calcio dilettantistico è che i giocatori di Serie A vanno a tassare il loro stipendio del 5% e lo donano ‘con grande gioia’ al Mondo Dilettanti, perché nessuno lo aiuta. Facendo quel gesto, loro salvano sé stessi, perché tutti sono partiti da lì e tanti ci tornano. Quando il calcio a certi livelli finisce, molti tornano nel paese, facendo da esempio per gli altri, creando scuole calcio ed accademie, selezionando allenatori e svolgendo tanti altri ruoli. Se non sostieni il calcio che è territorio, finisce tutto.
Bisogna esser felici di donare il 5% perché non è nulla rispetto a quanto si guadagna in Serie A. Lo Stato ha da pensare a tante cose e le continue guerre tra le federazioni di Serie A, C e D non aiutano in tal senso, chi ne paga le conseguenze sono i bambini che non giocano più a calcio. Questa proposta deve essere aggiunta nei contratti dei prossimi anni. Le fabbriche chiudono e non ce la fanno a sponsorizzare, quindi come faranno le società a tesserare i giovani calciatori ed i grandi senza aiuti? Noi siamo cresciuti lì ed avranno problemi. Non pensiamo solo alla Serie A che non chiude mai perché è la quarta industria del paese e produce. I dilettanti no, non producono.
I calciatori sono i protagonisti. Lo spettacolo passa da loro, loro devono dare voce a chi non ha voce. Devono creare un sistema che aiuti il calcio in città, in provincia, in oratorio. A certi livelli non è un 5% che fa la differenza, però per il calcio dilettantistico un 5% è tanto. Il calcio è di tutti, sosteniamolo insieme”.