Nonostante i problemi legati al Covid-19, la sessione estiva di calciomercato si è conclusa con diverse trattative molto interessanti. Le società, chi più e chi meno, hanno messo in atto la propria strategia affinché le proprie squadre possano rendere al massimo in campionato.
Come detto in precedenza, è stato un mercato diverso rispetto alle altre sessioni, un calciomercato più ragionato, a caccia dell’occasione e del materiale essenziale senza intaccare di troppo i conti delle società.
Il Milan ha preso quello che serviva, fatta eccezione per il difensore centrale. La volontà di prenderlo c’era, ma i prezzi erano molto alti per quasi tutti gli obiettivi. Ma alla fine, numeri alla mano, il reparto difensivo dei rossoneri non è per niente sguarnito. Sarebbe servito già all’inizio del campionato per tamponare le assenze di Romagnoli e Musacchio, ma una volta recuperati il Milan potrà disporre del proprio pacchetto difensivo che comprende anche il giovane Gabbia. Il colpo Tonali saprà rendersi utile, ma dovrà guadagnarsi il posto visti i rendimenti di Kessie e Bennacer. Una sana competitività, finalmente, anche nella mediana milanista. Neanche il vice Ibrahimovic sarebbe servito molto, perché sia Rebic che Leao hanno le carte in regola per ricoprire quel ruolo. Entrambi sono attaccanti duttili in grado di agire anche nei tre Inoltre, da ricordare, anche la giovane promessa Colombo che per il momento sostituisce lo svedese.
Discorso simile anche per il Napoli. Il colpo grosso è stato fatto in attacco con Victor Osimhen, ma l’abilità della società è stata anche quella di bloccare i big (Koulibaly in primis), e di puntellare una rosa già competitiva di suo. Ha venduto uno scontento Allan, e acquistato in prestito gratuito Bakayoko, l’uomo giusto indicato da Gattuso lì in mezzo al campo, suo fedelissimo ai tempi del Milan. Poi sono arrivati anche Rrahmani e Petagna, due soluzioni importanti per difesa e attacco. Con l’ex attaccante della Spal, infatti, Gattuso avrà più soluzioni sia dal 1′ minuto che soprattutto a partita in corso, quando ci sarà bisogno di dare peso all’attacco, tenere palla e far salire la squadra. Era l’attaccante di peso che mancava al Napoli. Dunque, anche qui un mercato ragionato e senza sperperi.
Anche a Roma si è ragionati in questo modo, da entrambe le sponde. La Roma ha alleggerito il monte ingaggi vendendo calciatori che non rientravo più nel progetto insieme ai tanti esuberi presenti in rosa e di rientro dai prestiti. Ha mantenuto Dzeko in avanti, rinforzato di molto la difesa con gli arrivi di Kumbulla e Smalling, potenziato il pacchetto fantasia con l’arrivo di Pedro, e acquistato un bomber di scorta come Borja Mayoral in grado di far rifiatare il centravanti bosniaco. Anche la Lazio non ha ceduto alle tentazioni di mercato. E’ un discorso simile a quello del Napoli perché tutti i big sono rimasti alla corte di Simone Inzaghi. Il tecnico, però, aveva richiesto qualche sforzo in più sul mercato vista la rosa corta, ma per adesso bisogna accontentarsi. Tuttavia, comunque, anche qui la squadra è stata ritoccata: è arrivato un vice Lucas Leiva che è l’argentino Escalante, un difensore centrale come Hoedt, un rinforzo sulla fascia sinistra dal nome di Fares, e anche un quarto attaccante (Muriqi) in modo da far ruotare i titolatissimi Immobile e Correa.
Capitolo Juventus: le parole d’ordine imposte da Pirlo erano pulizia e ringiovanimento. Anche qui rastrellata di esuberi che hanno portato alla diminuzione del monte ingaggi, e dentro giovani di qualità come Kulusevski e Chiesa. Si cambia anche a centrocampo con Arthur che svolgerà il ruolo di playmaker, e McKennie mezzala di qualità. In attacco dentro una punta vera e propria come Morata. L’idea di Pirlo è quella di costruire una Juventus giovane, di grande qualità e che non dia punti di riferimento in campo. Infatti, nelle prime giornate, abbiamo assistito ad un modulo decisamente camaleontico dove tutti hanno il compito di svariare e creare spazio. Bianconeri che, dopo qualche anno, sono alle prese con l’avvio di un nuovo percorso.
Chi ha tutte le carte in regole per insidiare e sgambettare la Juventus dopo nove anni di dominio totale è l’Inter. Squadra profonda in ogni settore, che si conosce, rodata, ricca di esperienza e ben allenata da Antonio Conte. Rosa talmente ampia che a centrocampo gente come Nainggolan ed Eriksen partano dietro ai vari Barella, Vidal e Sensi. Per non parlare poi del pacchetto esterni ricco di alternative e di scattisti come Hakimi e il “cavallo di ritorno” Perisic. Dopo qualche anno, molto probabilmente, possiamo dire che i nerazzurri hanno una rosa più profonda della Juventus per quanto riguarda lo scontro scudetto.
Se Juventus e Inter si contenderanno lo scudetto, uno sguardo più che vigile lo merita anche l’Atalanta, perché giocando così e segnando sempre con grande facilità tutto è possibile. Ovviamente non è stato un mercato con colpi stellari, ma la filosofia è ormai questa ed è anche piuttosto vincente. Innanzitutto anche qui tutti i big sono rimasti, e a loro sono stati aggiunti calciatori di valore e caratura internazionale: occhio al russo Miranchuk che si giocherà le proprie carte lì sulla trequarti, l’olandese Lammers è un’ottima spalla per far rifiatare il tandem Muriel-Zapata, Romero per rinforzare la difesa, e dentro anche qualche esterno come Piccini e Mojica per sostituire Castagne. Non sono nomi da prima pagina, ma sono tutti stati indicati e promossi da Gasperini, e si sa che chi viene promosso da lui vuol dire che qualcosa di positivo ha.
Poi ci sono le possibili mine vaganti della Serie A. Quest’anno uno sguardo in più lo meritano Fiorentina e Udinese. La squadra di Iachini ha messo nel motore calciatori importanti come Amrabat, Bonaventura e Borja Valero a centrocampo, Callejon sulla fascia al posto di Chiesa, e Martinez Quarta al centro della difesa che non ci metterà molto ad impossessarsi di una maglia da titolare. Cos’è mancato? Un bomber da 15-20 gol che da tempo non è presente in rosa. Vlahovic, Kouamè e Cutrone sono giovani interessanti e di ottima prospettiva, ma se al loro fianco ci fosse stato un Piatek o un Milik il discorso cambiava. La sana competizione avrebbe fatto bene a tutti. Occhio anche all’Udinese che si è rinforzata bene sul mercato. Non solo ha tenuto Musso, De Paul e Lasagna, ma ha anche acquistato calciatori di qualità come Pussetto, Pereyra e Deulofeu, favoriti anche dai rapporti con il Watford, società dei Pozzo che milita in Championship.
Da chi ci si deve aspettare di più? Genoa e Torino. Sono due squadre che non possono lottare per non retrocedere visti gli investimenti compiuti quest’anno con l’ennesimo progetto tecnico-tattico avviato. La squadra rossoblu è sotto la guida di Rolando Maran, e con praticamente una rosa nuova da montare e sincronizzare il più presto possibile. Confermato Perin tra i pali, Zappacosta e Pellegrini sulle fasce, Zajc a centrocampo e la scommessa Pjaca in attacco oltre che a diversi giovani interessanti come Scamacca, Melegoni e Salcedo. E’ un Genoa molto più italiano rispetto agli anni passati. Un progetto interessate voluto ed instaurato dal nuovo direttore sportivo Faggiano che tanto bene ha fatto a Parma in questi anni. Anche a Torino è aria nuova, ma con le solite problematiche tra tifosi e società. D’altronde non hanno tutti i torti, perché la squadra poteva e doveva essere rinforzata di più. Trattenere i big come Belotti e Sirigu è stato importante, ma il roster consegnato a Giampaolo evidenza già delle lacune. Vojvoda e Ricardo Rodriguez per rinforzare il pacchetto terzini, il fedelissimo Linetty per importare i codici del gioco a centrocampo, e il giovane Bonazzoli che si giocherà le proprie carte insieme a Zaza per affiancare l’intoccabile Belotti. Poteva essere fatto qualcosa di più in cabina di regia: la richiesta del tecnico era quella di portare uno tra Torreira e Praet, ma alla fine ad avere la meglio è stata la scommessa Gojak dalla Dinamo Zagabria. Il Toro è tenuto a reagire dopo l’ultima e deludente stagione, ma anche quest’anno, almeno per il momento, buona parte delle speranze sono in mano al “gallo”.
Discorso neo promosse. Chi si è rinforzato di più? Ovviamente il Benevento di Inzaghi è una spalla in avanti a Crotone e Spezia, ma occhio alla squadra di Italiano che in queste prime giornate ha dimostrato di poter reggere il confronto con la Serie A. Sarà una lotta serrata anche qui.