Dal 30 gennaio disponibile in digitale “CHANGE YOUR SOUL” (The Orchard), singolo che segna il ritorno dopo oltre 25 anni della band underground torinese 4GOT10, che lanciò le carriere di Luca “Vicio” Vicini (Subsonica) e Alberto “Vacchio” Vacchiotti (Fratelli di Soledad).
A completare la formazione si affiancano ai due veterani del gruppo Marco “Mark” Previato, Elena “Ele” Crolle, Mattia “Matt” Barbieri e Iacopo “Ia” Arrobio.
“Change Your Soul” (L. Vicini/A. Vacchiotti) è il racconto di un io narrante che nel vuoto di una delusione trova il coraggio di ripartire da sé stesso, affrontando con propositività la solitudine. Una power ballad dal ritornello solare che ricorda come il cambiamento parta sempre dalla persona riflessa allo specchio.
«La sorpresa più grande del rimetter mano a canzoni scritte 30 anni fa è stata quella di rendersi conto che il potenziale era più attuale di quello che pensassimo, come se fossero state scritte ora – racconta Luca Vicini – Stessa meraviglia nello scoprire che potevamo scriverne di altre, con lo stesso entusiasmo di allora. I 4GOT10 sono una famiglia composta da persone di età estremamente diverse e questo va ad evidenziare ancora di più questa sensazione di annullamento temporale, con una sola e forte direzione: realizzare e suonare canzoni che muovano le emozioni delle persone.»
Flashback.
È il 1989 e in Valsusa tre ragazzi poco più che diciottenni formano una band, i Forgotten Sons, che parte dall’idea di fare heavy metal fondendolo con new Wave e pop (influenze presenti in ciascuno dei tre fondatori) e liriche rigorosamente in inglese. I ragazzi in questione sono Mauro Ala (voce), Alberto Vacchiotti (chitarra) e Luca Vicini -Vicio (basso). A loro si aggiungono altri tre musicisti e parte l’avventura. Pian piano si scrivono sempre più canzoni che vanno verso una direzione maggiormente pop, anzi AOR -genere molto diffuso in America a fine anni 80-e aumentano le persone agli show della band, attratte dal mix di pezzi facilmente memorizzabili e presenza scenica. Questo buon momento confluisce nella registrazione di una sorta di EP in cassetta con quattro canzoni, distribuito in tutta Italia dalla CGD/Ricordi e con ottime recensioni sulle testate musicali dell’epoca. La giovane età dei componenti e i diversi modi di vivere la musica portano però a un precoce scioglimento nel 1992. Nel 1995 si decide di provarci di nuovo con l’ingresso in formazione di Iacopo Arrobio, già con i seminali Sick Rose. Si scrivono nuove canzoni (con un sound più asciutto e al passo con i tempi) e si fanno concerti, senza registrare nulla di ufficiale, fino circa al 1999 quando il trasferimento in Spagna del cantante è l’ingresso di Vicio nei Subsonica mettono definitivamente la parola fine ai Forgotten Sons. O forse no?
Fast forward.
È il 2021, in piena pandemia, quando Vicio e Vacchio (Alberto, che nel frattempo è diventato il chitarrista dei torinesi Fratelli di Soledad) decidono di rimettere mano alle vecchie tracce, visto che entrambi sono ormai diventati produttori con il proprio studio privato. L’idea è quella di trasformare le vecchie canzoni in qualcosa di super attuale, ma per il semplice gusto di farlo, scambiandosi files a distanza. Tutto tace fino al 2024, quando Vicio mette nuovamente mano a melodie e testi, cantando lui stesso in una specie di demo di qualcosa che piano piano sembra diventare un album vero e proprio. Di comune accordo con Vacchio, si decide di coinvolgere come cantante un giovane torinese, Mark (Marco Previato), di cui Vicio è il produttore del progetto Proibito – e la sua tastierista Ele (Elena Crolle). Alla batteria arriva Matt (Mattia Barbieri), uno dei migliori batteristi della nuova scena jazz e pop. Ia (Iacopo Arrobio) rimane ad affiancare Vacchio alle chitarre e la band è pronta.
Nascono i nuovi 4GOT10.
Nello studio di Vicio, il Punto V, si completa così il primo album, composto da 12 canzoni e un intro strumentale. Il sound si muove all’interno del grande campionato del pop internazionale, con grande uso di cori, chitarre, synth e tanto groove.
I testi vanno a scavare nel profondo delle relazioni sentimentali, con uno sguardo che vuole raccontare da un punto di vista quasi acritico, meditativo, ma senza far mancare un po’ di ironia sparsa qua e là.