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La guerra sembra che tiri molto l’industria, o una parte di essa, l’accordo tra Rheinmetal e Leonardo ha fatto svettare le quotazioni dell’azienda tedesca del 3.83%, a più 485 euro, quindi si parla di un aumento di circa 6 volte se riferito al 2021, pure la crescita di Leonardo è stata significativa, siamo intorno al 3,3%, è un po’ il paradosso dell’occidente e dei suoi valori. La stipula del patto di collaborazione è avvenuta nel luglio scorso, ma è stata pubblicizzata solo qualche giorno fa, ciò che farà crescere le due grandi industrie saranno i carri armati, si parla di ordini per più di 23 miliardi di euro. E’ una parte cospicua dell’establishment della difesa italiana che partecipa a questa joint venture, la sede di questo nuovo soggetto economico-industriale nel settore degli armamenti sarà a Roma, con un distaccamento operativo a La Spezia. Tutti gli eserciti d’Europa stanno considerando la possibilità quanto meno di implementare la dotazione di veicoli cingolati corazzati, così le due compagnie alla pari produrranno il nuovo MBT, che significa Mine Battle Tank, cioè carro (armato) da battaglia principale. Ma a questo punto e doveroso chiarire ai lettori quale possa essere la differenza fra i veicoli corazzati cingolati in genere e l’MBT. Il Main Battle Tank è un carro armato destinato a combattere contro altri carri armati, e a rappresentare il massimo del potenziale tecnologico e di fuoco della nazione che lo schiera; prevalentemente il suo compito è quello di sopprimere i carri armati analoghi delle parti avverse eventualmente in guerra, ma è ovvio che può essere utilizzato anche per differenti scopi tattici, come fornire appoggio alle truppe di fanteria sul campo, sopprimere le difese avversarie anche in complessi fortificati, eliminare altri velivoli delle forze armate nemiche. Per questo gli MBT hanno un potentissimo cannone e il massimo della corazzatura di acciaio che, soprattutto nella torretta del carro, può raggiungere anche 6 cm di spessore, cui si aggiunge la protezione data da piastre speciali che possono essere applicate alla quasi totalità della superficie del velivolo. Vi sono poi diversi altri veicoli in dotazione alle forze armate dei vari Paesi, che pur avendo una corazzatura molto minore e una struttura appunto cingolata non sono destinati ai combattimenti diretti con gli altri MBT, ma ad una miriade di altri compiti come ad esempio: il trasporto dei soldati in zona di operazioni in maniera più sicura (IFV, Infantry Fighting Vehicle – veicolo da combattimento per fanteria), essendo appunto dotati di corazza; il trasporto di munizioni in zona di combattimento; carri comando per trasportare i vertici militari nel teatro di battaglia; ambulanza e, ancora, come centrale di trasmissioni radio e di controllo elettronico. Ovviamente, questa seconda categoria di mezzi ha dei costi molto minori rispetto ad un MBT che, lo si ribadisce, è il vero e proprio carro armato. L’affaire guerra si presenta, così, alquanto attraente, e anche gli impianti etico-culturali delle nazioni democratiche, mitteleuropee e non, sembrano con una certa agevolezza bypassare i valori della pace, dei cammini di pace e della ricerca di soluzioni diplomatiche volte a ristabilire e mantenere il prezioso dono della pace. Si nota una certa disinvoltura di tali governi nel mettere in atto sforzi organizzativi e politici per un consistente ampliamento dei propri arsenali militari, in virtù di un significativo aumento di potenziali minacce alla sicurezza nazionale. Rheinmetall AG e Leonardo S.p.A. saranno azionisti paritari (50% ciascuno) della nuova società Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV), questa joint venture ovviamente potrà ampliare i propri orizzonti pensando anche ad una eventuale partecipazione e coinvolgimento nella realizzazione di una delle più importanti forniture di armamenti per il futuro, cioè la creazione del carro principale da battaglia MBT europeo, che dovrà e potrà essere acquistato da diversi nazioni dell’Europa Unita.

Se la guerra sta danneggiando, o quanto meno mettendo sotto pressione, anche una miriade di imprese dal punto di vista economico, è pur vero che non sono pochi coloro che ne stanno traendo guadagni. Le maggiori aziende del mondo che producono per il settore militare hanno visto un aumento delle commissioni per un totale di circa 780 miliardi di dollari, con un incremento del 75% rispetto ai due anni precedenti. Un F35 costa quanto 3.244 letti in terapia intensiva, e un sottomarino di classe media arriva a costare più di 9.000 ambulanze. E’ una situazione assolutamente dicotomica, che se vede tante materie prime e tanti costi di prodotti aumentare di prezzo a livello di commercio globale, denota anche una arricchimento parossistico delle aziende del settore armamenti. Le stime sono state fatte dallo Stockholm International Peace Research Institute , SIPRI, e in riferimento anche alla drammatica situazione non solo dell’Ucraina ma anche di Gaza, non escludendo nessuno scenario di guerra. “La terza guerra mondiale a pezzi è un conflitto globale”, ha affermato Papa Francesco nel discorso di augurio al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, nel gennaio scorso, ribadendo l’assoluta necessità di una “politica del disarmo”, nonché “l’immoralità di fabbricare e detenere armi nucleari”. Ancora, a Natale, il Papa ha detto: “Dire ‘sì’ al Principe della pace significa dire ‘no’ alla guerra, a ogni guerra, alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Ma per dire ‘no’ alla guerra bisogna dire ‘no’ alle armi. Perché, se l’uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte tra le mani, prima o poi li userà. E come si può parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi?”(La Presse). Verba ad homines ad meditandum.

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