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Raimondo, nato e cresciuto tra gli spaghetti alla chitarra essiccati nel pastificio di famiglia, si accinge ad essere il giusto successore di quello che non è solo un pastificio italiano, ma un faro, un punto di riferimento per il mondo della ristorazione e cucina del Bel Paese.

Pastificio che vanta oltre 200 anni di storia, che racconta l’opportunità di essere stato sulle tavole di tanti avvenimenti importanti, dal pranzo domenicale in famiglia alla più grande cena di gala;

Raimondo, poco più che trentenne, ne è personalità di riferimento, e nel chiedergli il perché ha deciso poi di continuare nel lungo percorso cominciato dai suoi nonni, in una società così frenetica e di non poche distrazioni, lui ci risponde:

“Sin da bambino ho sognato di poter continuare un’attività così importante, portata avanti con tanti sacrifici dalla mia famiglia, e l’orgoglio e la tradizione di ciò mi hanno dato una grande carica; Una spinta nel dovermi impegnare a dare il mio

massimo contributo in questa bellissima Storia…”

Cosa vi differenzia dagli altri? 

“La cura del prodotto, la continua ricerca della materia prima di qualità”

E l’aver mantenuto il

metodo di lavorazione artigianale..

Semola di grano duro extra, provenienti da un’accurata selezione, mescolate con acqua nella segreta lavorazione di sempre, fornendo un corretto mix di tradizione e innovazione.

Che poi, per chi conosce veramente con mano questa realtà, sa che che il signor Luigi, papà di Raimondo, ancora controlla l’essiccazione dei vari formati di pasta alle ore 4:00 del mattino, ogni giorno, quindi come non si potrebbe parlare di grande onore artigianale.

Dal 1812 il Pastifici Vicidomini è un’attività che vanta tanti successi, continuiamo però curiosi a chiedere se:

ci sono stati momenti di crisi, sia per l’azienda che per te come ragazzo, oltre che come personalità ai vertici di tale “prestigio” ? 

“Ogni azienda oggi vive di momenti di successo alternati a piccoli periodi di buio.

In queste piccole pause mi dedico al rapporto diretto con i clienti cercando di capire quali miglioramenti portare all’azienda.”

Ed è proprio il contatto diretto con le persone ad essere sprono e forza motrice.

Con le basi di un presente vivido e forte, rivolgiamo uno sguardo al passato, al come sarebbe stato il percorso di vita di Raimondo se non avesse intrapreso queste decisioni lavorative, e lui in realtà sorridendo ci dichiara che a qualcosa di diverso da questo non ci ha mai nemmeno pensato, aggiungendo: “Nella mia vita cerco sempre di guardare avanti e migliorarmi cercando di non inciampare, se dovesse accadere di  tirarmi poi sempre su con grande forza ed orgoglio.”

Dove ti vedi tra 10 anni? 

“Ho progetti per il futuro, tantissimi… sono un sognatore! 

Spero di portare l’azienda sempre più in alto, facendo conoscere chi siamo e cos’è il nostro prodotto!”

Ricordiamo che la loro pasta viene consumata in Italia come prodotto nostrano, ma esportata anche all’estero, e facile è  ritrovarla nelle grandi cucine di New York.

Dopo tutto questo parlare di buona pasta, ci è venuta a tutti un certo languorino, e per indiscrezione finale, prima di andarcene tutti a casa a cucinare, rivolgiamo l’ultima domanda a Raimondo:

…qual’è il tuo piatto preferito?

“Da bambino la Domenica era un giorno sacro…Passavo il tempo a veder preparare il ragù con i ziti spezzati della nonna.

Il mio piatto preferito sicuramente..

E anche nella conclusione non è mancato il voler ribadire quanto lui sia grato alle sue origine, ai valori tramandati, e alla genuinità che contraddistingue lui stesso, oltre alla sua superlativa pasta.

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