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Il vino di oggi è un prodotto di qualità eccezionale rispetto ai prodotti del passato, e questo garantisce sicurezza.

Sicurezza si, ma da quale punto di vista? 

Dal punto di vista economico, perché è un asset strategico della nostra economia, poiché al vino sono legati migliaia e migliaia di posti di lavoro, dal lavorare i campi alle più grosse strategie di marketing per la sua vendita, al giro turistico legato ai connazionali ma anche ai cugini esteri, che non demordono nel berne un sorso tra i vigneti al tramonto.

Sarebbe una Nazione con più problemi ambientali, perché basta guardarsi intorno quando attraversi le colline del Chianti, le terre del Prosecco, dell’Amarone e dovunque ci siano vigneti, si vede una natura che viene protetta e ben tenuta, curata.

Sarebbe una nazione che perde un pezzo della sua patrimoniale cultura, come si vede anche nel mondo dell’arte, considerando che il vino è stato un soggetto importante anche per tanti pittori, poeti, artisti di svariato rango e calibro, e così via.

E sarebbe un Paese più povero dal punto di vista del benessere alimentare, perché avremmo un elemento prezioso che andremo a perdere; alimento che, come segnalavamo in precedenza, passo dopo passo ha acquisito  qualitativamente delle caratteristiche addirittura benefiche per la pelle e l’organismo in generale.

D’altronde è dai tempi dei nostri cari nonni che nonostante la presenza di alcol, un bicchiere di vino sia rinvigorente per il corpo e la mente.

Senza vino probabilmente si perderebbe anche tanto nel conviviale, come più “povertà d’animo” e nelle relazioni, se solo ci levassimo quel calice serale con gli amici.

Insomma, l’Italia senza vino sarebbe in parte impoverita del suo essere “Bel Paese”, che noi tanto vorremmo sempre preservare ed estimare.

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