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LE FORMAZIONI UFFICIALI DI LAZIO-SALERNITANA:

LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Patric, Casale, Gila; Marusic, Vecino, Kamada, Lazzari; Felipe Anderson, Luis Alberto; Castellanos.

SALERNITANA (4-2-3-1): Costil; Boateng, Zanoli, Pirola, Bradaric; Maggiore, Coulibaly; Tchaouna, Candreva, Gomis; Ikwuemesi.

LA PARTITA

Lazio immediatamente pericolosa dalle parti di Costil con l’assolo di Felipe Anderson, destro secco del brasiliano murato dalla retorguardia campana. Trascorrono appena tre minuti e il numero sette sblocca il match, slalom speciale e palla in buca d’angolo per l’1-0 capitolino (7′). Lazio furente, lievita la prestazione di Castellanos, vicinissimo al raddoppio in due circostanze, Costil non si lascia sorprendere. Padroni di casa che pescano il jolly del raddoppio con Vecino, tap-in sottomisura dell’ uruguaiano che, di fatto, fa esplodere l’Olimpico (14′), cui fa seguito immediatamente la rete di Tchaouna, su pennellata di Maggiore (16′). Pressing feroce ospite che si concretizza con la discesa di Ikwuemesi che però si conclude con un nulla di fatto, Mandas rischia la frittata, con i granata che non riescono ad approfittarne. Al 34′ però ecco la gemma di un Felipe Anderson scatenato, magnifico uno-due con Luis Alberto e 3-1 Lazio. Seconda frazione di gara che si apre con un triplo cambio ospite, entrano Legowski, Sambia e l’ex Roma Manolas al posto di Maggiore, Zanoli e Boateng. Mandas risponde al tentativo ravvicinato del solito Tchaouna, Felipe Anderson flirta con la tripletta ma spara alto. Hysaj subentra in luogo di Marusic, Costil è miracoloso su Luis Alberto, autentico prodigio quello dell’estremo difensore francese. Altro cambio per Colantuono, fuori Ikwuemesi e dentro Weissman, Vecino stoppato sul più bello dalla retroguardia granata che, di fatto, impedisce il quarto goal alla squadra di Tudor. Girandola di cambi anche per i biancocelesti, fuori Luis Alberto, Castellanos e Vecino e dentro Rovella, Pedro e Cataldi (79′). Lazio che trova il tanto agognato poker con Isaksen, entrato da pochi istanti sul terreno di gioco, colpo da biliardo del danese che buca Costil per la quarta volta (87′).

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