Da “O’ mezzo chilo” a “Talismano”.
Ci troviamo in Campania, precisamente a Barra, quartiere complesso dell’hinterland partenopeo, sito nella periferia est di Napoli. È qui che, il 27 Luglio 1995, nasce Pasquale Mazzocchi, uno dei laterali più interessanti emersi negli ultimi anni nel massimo campionato di Serie A, colui che, contestualmente ad una lunga trafila, ha fatto a cazzotti con una realtà lavorativa decisamente ardua nella quale la prerogativa è sempre stata quella di rimboccarsi le maniche per contribuire al benessere familiare.
Faccia pulita, genuinità come assoluto punto di forza, la sfrontatezza di chi ha sempre saputo cosa volere nel proprio futuro. L’ossessione era una ed una sola, facilmente intuibile peraltro, quella di affermarsi come calciatore professionista, sogno questo coltivato sin da piccolo dal nostro protagonista.
A 12 anni faceva il fruttivendolo, sveglia all’alba ed enormi sacrifici sia per fungere da spalla alle persone più importanti della sua vita, ma anche per alimentare quel desiderio, il suo desiderio, motivo per il quale il binomio inscindibile, in un’età nella quale dovrebbe, di fatto, dominare la spensieratezza, era lavoro & pallone. Il primo, essenziale per supportare economicamente i propri cari e per pagare l’iscrizione alla scuola calcio locale, il secondo, vitale per coronare il sogno di una vita, perché, diciamo la verità, quando ti scorre il calcio nel sangue, c’è veramente poco da fare.
“Lo allenavo da quando era un bambino, aveva qualcosa in più degli altri, pur avendo inizialmente un fisico mingherlino. Il suo rendimento però spesso calava nel secondo tempo o durante alcuni allenamenti, ed è lì che ho saputo che andava a lavorare per potersi comprare un panino e per dare una mano a casa”.
Queste le toccanti parole di Giuseppe Araimo, primo allenatore di Pasquale, colui che da sempre ha creato un legame indissolubile, a tratti magico con il laterale partenopeo, ma che sin dai primi allenamenti aveva intravisto qualcosa di speciale in lui, quel qualcosa che, al netto delle indiscutibili doti tecniche, andava ricercato in un termine in particolare, determinazione.
“Quando nasci ti fanno credere che la vità rimarrà così come ti è stata donata, e la mia era completamente diversa rispetto a quella di adesso”, parole queste che vanno lette parimenti a quelle del suo mister, per poterne comprendere l’enorme portata.
“Chi arriva dal nulla e ha avuto poco dalla vita, sviluppa una perseveranza non comune, unica”.
Poche righe che però incarnano alla perfezione i numerosi sacrifici fatti da “O mezzo chilo”,soprannome questo affibbiatogli in giovane età in relazione al suo aspetto fisico.
Terzino destro, Pasquale fa però della duttilità il suo punto di forza, potendo essere indifferentemente schierato sulla corsia opposta, anche se in principio intraprende la sua avventura pallonara da ala offensiva, arretrando poi con il tempo il proprio raggio d’azione.
Nato calcisticamente nelle giovanili del Benevento, nel 2012 si trasferisce all’Hellas Verona, nell’intento di proseguire il suo percorso di maturazione, con il chiaro obiettivo di affermarsi in prima squadra. Dopo una breve parentesi al Bellaria, società calcistica in provincia di Rimini, nel 2014 passa a titolo temporaneo al Pro Piacenza, con annesse 5 apparizioni in rossonero. Il 14 Gennaio 2015 si trasferisce al Rimini, totalizzando 23 uscite con la nuova maglia e mettendo a referto un goal, volto ad impreziosire un’ascesa che, da quel momento in poi, sarebbe stata decisamente prorompente nel calcio dei grandi.
Un anno dopo, il 12 Gennaio 2016, ecco però la grande chiamata, quella del Parma, storico club emiliano al quale, nonostante un periodo particolarmente delicato, Pasquale non può dire di no, per la storia e per il blasone di una squadra che, in quegli anni nefasti, doveva fare i conti con un fardello, una spada di Damocle, quella della Serie D, con l’obiettivo però di scalare la gerarchia nel più breve tempo possibile.
Ed è proprio con gli emiliani che “O mezzo chilo”, centra tre promozioni consecutive salendo appunto dalla D alla A, conquistando un nuovo appellativo, “il talismano”, in virtù dei risultati sportivi conseguiti. Con il Parma il bottino è decisamente considerevole, e recita: 55 presenze condite da 3 marcature.
Dopo un turbinio di emozioni il nostro protagonista decide di sposare il progetto Perugia, firmando un quadriennale il 9 Luglio 2018. La prima rete con il nuovo club è databile 4 Dicembre 2019, in occasione del match di Coppa Italia contro il Sassuolo, al Mapei Stadium, contesa poi vinta dal Grifone per 2-1 nella tana dei neroverdi. A Perugia ci resta per due stagioni con 57 partite ed una rete all’attivo.
Il 23 Settembre 2020 ecco però la scintilla, la scarica di adrenalina per “il talismano”, la chiamata del Venezia, con cui esordisce il 27 Agosto 2021 nel massimo campionato italiano, in un match certamente da non incastonare nella mente, (arancio-neroverdi sconfitti 3-0 dall’Udinese), ma certamente da custodire nel cuore.
Tutto finito?
Assolutamente no, mettetevi comodi.
Lo scugnizzo napoletano il 25 Gennaio 2022 passa infatti alla Salernitana, in prestito con obbligo di riscatto, quest’ultimo fissato al verificarsi di talune condizioni presenti nel nuovo contratto. Condizioni che, puntualmente, si verificano a fine stagione, Salernitana salva all’ultima giornata e acquisizione definitiva per 1 milione di euro da parte del club granata per il classe ‘95, uno degli artefici principali della miracolosa salvezza nonchè punto fermo di Davide Nicola. Due le reti a referto, una contro l’Empoli (2-2 il risultato finale), l’altra contro lo Spezia.
Due però sono le date da cerchiare in rosso sul calendario per PM, proprio così, perché è qui realmente visibile il coronamento dei suoi sogni, frutto di dedizione, passione, amore. Nel Settembre 2022 infatti le sue prestazioni con il club campano non passano inosservate per l’allora CT della Nazionale Italiana, Roberto Mancini, ex tra le altre di Inter e Manchester City che convoca “O mezzo chilo” in occasione della Nations League, per la duplice sfida contro Inghilterra ed Ungheria, divenendo, di fatto, il primo calciatore nella storia della Salernitana ad esordire con la prestigiosa maglia della Nazionale Italiana.
“I miei genitori non ci potevano credere, hanno pianto per tre giorni”, queste le toccanti confidenze di un uomo in grado di risollevarsi dalle avversità della vita, toccando di fatto il cielo con un dito.
Pasquale Mazzocchi, campano DOC, napoletano DOC, poteva mai non perseguire il suo sogno?
Quello di lottare per la squadra della sua città, il Napoli. Il 5 Gennaio 2024 infatti, complice un’annata tribolata da parte dei Campioni di Italia in carica guidati inizialmente da Rudi Garcia, per poi transitare sotto la guida tecnica di Walter Mazzarri, Pasquale entra nell’orbita azzurra, come autentico jolly, nelle vesti del perfetto vice Di Lorenzo, ma soprattutto per far fronte al grave infortunio occorso a Matias Olivera sull’out mancino.
È lui il prescelto, lo stato maggiore partenopeo si mobilita con il presidente Iervolino, chiudendo la trattativa, Pasquale Mazzocchi è un nuovo calciatore del Napoli per una cifra vicina ai 3 milioni di euro firmando un contratto sino al Giugno del 2027. L’esordio non è però dei migliori, alla luce della debacle azzurra in casa del Torino di Ivan Juric, (partenopei sconfitti con un netto e perentorio 3-0), ma soprattutto per l’espulsione lampo nella quale è incorso il laterale di Barra, dopo soli 4’ dal suo ingresso sul terreno di gioco.
Questa non è la storia di Pasquale Mazzocchi, questa è la storia di un ragazzo divenuto uomo con un forte, anzi fortissimo senso di responsabilità. Sacrifici, voglia di fare, sudore e riscatto sociale, questi i pilastri nella vita del “talismano”.
“I sogni li fa chi dorme, gli obiettivi si raggiungono con il lavoro”. Io vengo da un quartiere di Napoli molto difficile, dove da giovane si fa fatica a trovare un’occupazione. In quelle situazioni, magari con una famiglia numerosa, purtroppo si tende a fare scelte sbagliate. Mi ha salvato il calcio, devo tanto anche alla mia famiglia che ha sempre fatto tantissimi sacrifici per me”.
Così parlava qualche tempo fa a Radio Rai, in coabitazione con il suo procuratore Luigi Lauro che lo ha accompagnato in questa lunga trafila sin dai primissimi passi.
Pasquale è l’esempio di chi ce l’ha fatta, di chi è riuscito nel suo intento. Un tributo doveroso però va al calcio, anzi, allo sport in generale, veicolo quest’ultimo fondamentale in grado di realizzare i sogni di chi, di fortunato non ha proprio avuto nulla.
In bocca al lupo Pako per il prosieguo della tua carriera, perchè come ami specificare,
nella vita non esistono coincidenze (cit.)