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Italia, Toscana, Firenze. La culla del Rinascimento italiano, dell’arte, dell’architettura, della grande eccellenza gastronomica e vinaria, della bellezza mozzafiato tanto elogiata da tutti i poeti di ogni tempo, in particolare da quelli fiorentini. Firenze è tutto questo, ma anche con grandi pennellate di viola, il colore della Fiorentina, la squadra di calcio della città, non la deliziosa bistecca che sicuramente avrete già gustato.

La Fiorentina deve rispecchiare in pieno quello che è la città, ossia bellezza ed eleganza. Ecco perché i tifosi, anno dopo anno, si aspettano sempre di vedere una squadra che esprima un gioco divertente e che sprigioni qualità da ogni zona del campo. D’altronde, Firenze è territorio di belle arti, in particolare dei numeri 10. Sì, perché lì quel numero rappresenta tantissimo. Questa maglia ha da sempre raffigurato fantasia, talento, eleganza, tutte caratteristiche che in passato hanno perfettamente onorato personaggi del calibro di Montuori, De SistiBaggio, Rui Costa e soprattutto di Antognoni, la vera e propria bandiera della Fiorentina se non di Firenze stessa.

Da anni, complice anche qualche strategia societaria sbagliata, sta sulla schiena di giocatori che hanno poco a che fare con il genio del fantasista. Basti pensare che l’ultimo degno possessore del numero 10 è stato Adrian Mutu. Dopo di lui l’eredità si è interrotta. C’è però una ferita profonda nei tifosi viola, perché nel 2015-16 la numero 10 venne assegnata a Federico Bernardeschi. Lui rappresentava il prototipo ideale per indossarla: cresciuto nel vivaio, grande fantasista di qualità e anche grande eleganza. Nulla di tutto ciò si realizzò, perché l’anno successivo scelse di andare a giocare nella Juventus, atto che per un fiorentino è imperdonabile.

Quest’anno, la Fiorentina sembra aver piazzato quel numero sulle spalle di un ragazzo che rispecchia a pieno quelle caratteristiche, forse anche più eleganti e raffinate di Bernardeschi. La dieci è sulle spalle di Gaetano Castrovilli, calciatore già incoronato dal mito di Antognoni: “Ti ho visto crescere, io ho passato tutta la mia carriera in viola e in azzurro e ti auguro di poter ripercorrere quello che ho fatto io con il numero 10 sulle spalle. Hai tutte le possibilità per una carriera molto brillante”.

Perché non darla a Chiesa quella maglia? E’ o non è lui l’emblema di quella squadra? Di sicuro è un calciatore molto forte, ma non è assolutamente un dieci puro. Chiesa è un corridore da mettere sulla fascia destra, un’ala tecnica, ideale per spaccare le partite. Il numero 10 a Firenze bisogna meritarselo, e bisogna anche avere determinate caratteristiche. Tecnica, classe, eleganza, visione. In poche parole, quando ti muovi in campo devi far innamorare tutti e tutto a suon di queste caratteristiche. Ecco perché il numero dieci a Firenze non è un numero come tutti gli altri.

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